STRATEGIE GLOBALI – Le carte che Sergio Marchionne intende giocarsi al tavolo dei mercati internazionali sono soltanto due: Jeep e Alfa Romeo. Al momento, sono questi i soli marchi “globali” del gruppo, come ha spiegato lo stesso amministratore delegato della Fiat-Chrysler nel corso di un’intervista al periodico Automotive News: “Hanno entrambi la forza e la storia per essere riconosciuti in ogni parte del mondo”. Insomma, i singoli brand Fiat e Chrysler non avrebbero la forza - e il prestigio - per avere successo a livello mondiale. Certo, l’astro della “piccola” 500 è in ascesa, tanto che molti scommettono possa trasformarsi, nell’immediato futuro, in un marchio a sé, diventando quello che la Mini è per la BMW. Al momento, tuttavia, si tratta di semplici supposizioni. Molto dipenderà dall’andamento delle vendite della 500 negli Stati Uniti, dove nel primo trimestre sbarcherà anche la versione Abarth (leggi qui l’articolo).
CAMPAGNA DI RUSSIA – Una cosa è certa: “Dobbiamo continuare a globalizzare Jeep e Alfa, per questo lo sviluppo di architetture e motori a supporto di questi due marchi per noi è cruciale”, ha spiegato Marchionne facendo l’esempio della Russia: “Il piano originario era quello di andarci con il marchio Fiat, ma non sono più sicuro che questa sia la strategia giusta. Adesso è più probabile che introdurremo prima la Jeep, seguite dalla Alfa Romeo, lasciando il marchio Fiat solo sulla 500”. Sopratutto, il futuro prossimo del Biscione sembra soprattutto a stelle e strisce: “Con l’Alfa punteremo prima al mercato statunitense e solo in seguito all’Europa. All’inizio, pensiamo di vendere le vetture a un prezzo inferiore rispetto a quelli delle nostre concorrenti tedesche, non perché le nostre auto non siano competitive, ma perché dobbiamo inserirci in un mercato nuovo”.
COMPLEANNO IN BRASILE – Nel frattempo, si lavora al debutto della nuova Palio in Brasile, previsto per questa settimana, in concomitanza con i festeggiamenti per il trentacinquesimo compleanno della Fiat do Brasil. La speranza è quella di recuperare il terreno perduto (-1,8%) in un mercato in cui la leadership del Lingotto comincia a essere insidiata dalla Volkswagen. Continuando a parlare di mercati emergenti, l’agenda dell’amministratore delegato è fitta d’impegni pure per quanto riguarda la Cina: “L’estate prossima inizieremo la produzione di una versione targata Fiat e massicciamente rivista della nuova Doghe Compact Sedan. Inoltre, stiamo importando la 500 dal Messico e il prossimo anno aggiungeremo la Freemont”.