TRE IDEE - Che cosa è il comfort? Semplice: non sentire niente. Ovvero, per i passeggeri di un’auto, niente rumori (fruscii aerodinamici, rotolamento dei pneumatici sull’asfalto), sobbalzi (dovuti a un’inefficace assorbimento delle buche da parte delle sospensioni) o vibrazioni (come quelle trasmesse dalla scocca). Per incrementare il comfort delle proprie vetture, la Citroën ha sviluppato tre soluzioni, nell’ambito del programma Citroën Advanced Comfort, che verranno introdotte sui modelli di serie a partire dal 2018. I tecnici francesi ce le hanno illustrate nel dettaglio, mettendoci anche a disposizione tre C4 Cactus (due di serie, una modificata) per saggiarne l’efficacia in un breve test su strada.
SI FA PRESTO A DIRE SEDILE - La prima delle tre novità riguarda l’imbottitura dei sedili. Reti con fili metallici più numerosi (foto 1) e più sottili dei precedenti, oltre a un’imbottitura con schiume (foto 2) simili a quelle dei materassi in lattice, rendono più aderente ed omogenea l’area di contatto fra il corpo e la poltrona. Inoltre, un ulteriore e sottile strato di imbottitura sotto il rivestimento tessile della poltrona (foto 3) trasmette una piacevole sensazione di maggior morbidezza, come se ci si stesse accomodando su un divano.
AMMORTIZZATORI AD HOC - L’assorbimento delle sconnessioni dell’asfalto e il controllo dei movimenti della carrozzeria spetta alle molle e agli ammortizzatori. Questi ultimi smorzano le oscillazioni grazie allo spostamento di un pistone che spinge, attraverso piccoli fori, il liquido idraulico da una camera all’altra all’interno dell’ammortizzatore stesso. Il pistone ha una certa corsa, al termine della quale (come quando si transita su una buca profonda) interviene un tampone poliuretanico, che evita la rottura dell’ammortizzatore e sollecitazioni eccessive alla scocca. Questo “stop” può risultare brusco, trasmettendo scossoni ai passeggeri. Per attenuarlo, alla Citroën hanno aggiunto all’estremità inferiore dell’ammortizzatore (foto 4) una piccola molla (foto 5), inserita in un serbatoio secondario di liquido idraulico (comunicante con quello principale). In pratica, un ammortizzatore nell’ammortizzatore, che, comprimendosi ed estendendosi, rende più dolce e progressiva la fase di fine corsa. Si ottiene così una più confortevole risposta sullo sconnesso, ma in modo più semplice e meno costoso rispetto all’adozione di sospensioni a controllo elettronico o ad aria (guarda il video più in basso).
VAI CON LA COLLA - La terza innovazione riguarda l’assemblaggio della scocca (l’ossatura dell’auto che sta sotto la carrozzeria). Di solito, per irrigidirla si aumenta lo spessore dell’acciaio con cui è costruita, ma ciò comporterebbe un aggravio di peso, che penalizzerebbe prestazioni e consumo. Alla Citroën hanno calcolato che un irrobustimento del 20% della struttura della C4 Cactus richiederebbe un appesantimento del 13%: per evitare quest’ultimo effetto, si è fatto ricorso a colle (foto 6) innovative, che, alternate ai punti di saldatura nelle giunzioni fra i lamierati che costituiscono la scocca, permettono di ottenere quel 20% in più desiderato, mantenendo inalterato il peso.
LA DIFFERENZA SI SENTE - Per apprezzare gli effetti delle tre soluzioni abbiamo guidato su strade di campagna tre Citroën C4 Cactus 1.2 PureTech S&S (110 CV). Le prime due (di cui una dotata di pneumatici M+S) erano uguali a quelle oggi normalmente in vendita; la terza (foto 7) era modificata nella scocca, nei sedili e nelle sospensioni. Per tutte, pneumatici di 205/50 R 17. Le nuove poltrone sono effettivamente più morbide (foto 8) di quelle di serie (foto 9), e danno la gradevole sensazione di avvolgere meglio il corpo. La nuova imbottitura, dicono i tecnici Citroën, aumenta la superficie di appoggio del corpo, distribuendone meglio il peso sulla seduta, così da ridurre l’affaticamento anche dopo una lunga permanenza a bordo. Nel test, durato oltre un’ora, effettivamente il sedile si è rivelato più confortevole di quello (meno morbido) dei modelli standard. Con gli ammortizzatori di nuova progettazione l’assorbimento delle sconnessioni è migliorato in maniera significativa. In un tratto di strada, a schiena d’asino e con l’asfalto a gobbe, come sul pavé affrontato a bassa velocità nel centro storico di un paese, le vibrazioni sono inferiori rispetto a quelle trasmesse dalle C4 Cactus di serie. Inoltre, la risposta delle sospensioni sui dossi rallentatori o nel superare le buche è apparsa più progressiva: la botta secca avvertibile con le altre due vetture nelle fasi di discesa dal dosso, con quella modificata era molto attenuata. A voler essere pignoli, in frenata si avverte un leggero beccheggio, mentre l’inserimento nelle curve ha perso qualcosa in precisione: si tratta di dettagli che andrebbero valutati in un test più approfondito (gli ingegneri hanno sottolineato come l’auto modificata che stavamo guidando fosse ancora un prototipo privo della messa a punto finale). Comunque, non erano questi gli aspetti da valutare nel test, ma il comfort, effettivamente superiore a quello offerto dalla C4 Cactus oggi in produzione: una differenza che si percepisce facilmente.