ERA NELL'ARIA - L'erede della Fiat Punto, inizialmente prevista per l'anno prossimo e successivamente rimandata al 2014 potrebbe farsi attendere ancora di più. Stando all'agenzia di stampa Radiocor, il gruppo torinese starebbe valutando l'ipotesi di lanciare il nuovo modello solo nel 2015. Un'indiscrezione non confermata dalla Fiat, sulla quale potremmo avere qualche maggiore informazione a fine ottobre, in occasione della presentazione del conto economico trimestrale. Già in occasione della presentazione della nuova Fiat 500L di inizio luglio, Sergio Marchionne aveva dichiarato che “lanciare adesso la nuova Punto sarebbe un grandissimo fallimento, non riusciremmo mai a ripagare l’investimento”.
ASPETTARE CONVIENE - Quello paventato dalle indiscrezioni sarebbe un ritardo sulla tabella di marcia che, da una parte permetterebbe di lanciare l'erede della Punto in periodo economicamente (si spera) favorevole e, dall'altro, di trovare un partner per il suo sviluppo: l'amministratore delegato della Fiat ha ribadito più volte che per generare profitti nella fascia di mercato delle utilitarie, dove i margini di guadagno sulle vendite sono ridottissimi, la strada giusta è quella di trovare un partner con il quale sviluppare un modello. Una strategia ben nota alla casa torinese: le attuali Punto e Opel Corsa sono basate sulla stessa ossatura, la Fiat Sedici è il clone della Suzuki SX4, la Ford Ka è in pratica una Fiat 500 con diverso vestito.
CON I GIAPPONESI - Dopo l'accordo siglato con la Mazda per produrre, nel 2015, una spider Alfa Romeo a trazione posteriore sulla stessa ossatura della prossima generazione della Mazda MX-5 (leggi qui per saperne), si fanno sempre più insistenti le voci di un accordo per sviluppo di una nuova utiliaria. D'altra parte, con l'attuale Mazda 2 in commercio dal 2007 e prossima al pensionamento entro un paio d'anni, la Mazda potrebbe trovare nella Fiat il giusto alleato per produrre la sua nuova utilitaria in Europa, principale mercato per questo genere di vetture.
UN AFFARE PER ENTRAMBI - Ricordiamo che oggi la Mazda 2 nasce in Giappone e il costruttore del Sol Levante si trova a fare i conti con un cambio euro-yen molto sfavorevole che ne riduce drasticamente i margini di guadagnano. Costruire il nuovo modello in Europa, in uno stabilimento italiano, permetterebbe alla Mazda di ridurre sensibilmente i costi e alla Fiat di far fronte al problema della sovracapacità produttiva (ossia avere stabilimenti che producono molto meno di quanto potrebbero ), allontanando l'ipotesi della chiusura di un impianto avanzata da Sergio Marchionne: insomma un cosiddetto affare "win-win", dove vincono tutti.