DATI OTTIMISTICI PER LE PLUG-IN? - Le indiscrezioni, se confermate, porterebbero a una rivoluzione per l’automotive : l’Unione Europea vorrebbe mettere mano ai test di omologazione delle automobili ibride plug-in perché quelli attuali non sono realistici. Le indiscrezioni raccolte da Reuters parlano infatti di una possibile revisione dei metodi di test perché quelli attuali sono accusati di sottostimare sostanzialmente le emissioni reali. Un cambiamento del genere potrebbe, a cascata, costringere alcune case automobilistiche ad aumentare le vendite di auto elettriche per raggiungere gli obiettivi di emissioni dell'UE ed evitare multe considerevoli. Le stesse fonti hanno parlato del 2025 come della data dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti. In effetti l’effettuazione degli attuali cicli di omologazione WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure) avevano già suscitato dei sospetti (qui per saperne di più).
CONSUMO SOTT’OCCHIO - Ricordiamo che la Commissione Europea sta valutando l’inserimento obbligatorio di un misuratore di consumo nella strumentazione delle automobili, i risultati del quale entrerebbero nei nuovi cicli di omologazione delle automobili ibride plug-in. Questo dovrebbe dare un quadro più realistico di quanto le auto ibride facciano ancora affidamento sul loro motore a combustione interna rispetto alla batteria elettrica. Petr Dolejsi, dell’associazione dei costruttori ACEA, ha anticipato che "il fattore di utilità sarà oggetto di studio. Stiamo iniziando a raccogliere i dati dai veicoli, è un processo in corso". L’Utility Factor indica il rapporto fra i km percorsi in modalità elettrica, attingendo quindi energia dalla batteria, e quelli percorsi in totale. Esso è quindi 0 per i veicoli convenzionali e quelli micro/mild hybrid, è molto prossimo a zero per le ibride full, arriva a 1 per le elettriche a batteria e ha un valore intermedio per le ibride plug-in.
EURO 6 E PLUG-IN SOTTO ESAME - Un funzionario della Commissione Europea ha confermato che è in discussione un emendamento alle regole dei test sulle emissioni inquinanti dei veicoli Euro 6 che rivede le procedure WLTP che determinano i fattori di utilità sulla base di dati reali di consumo del carburante. Questo emendamento sarà discusso il 9 febbraio dal gruppo di lavoro sui veicoli a motore, composto da esponenti dell'industria, del governo e delle associazioni dei consumatori e la decisione definitiva sarà presa entro quest’anno. La modifica del test nasce perché ormai c’è un consenso crescente, sia nelle associazioni ambientaliste sia nelle autorità di regolamentazione, sul fatto che gli ibridi plug-in non sono così sostenibili come si pensava una volta e non dovrebbero essere considerati allo stesso livello dei veicoli elettrici a batteria. Gli obiettivi per il 2021 erano di circa 95 g di CO2/km per le emissioni medie della flotta di ciascun costruttore; il valore effettivo per le varie case automobilistiche varia leggermente poiché esso dipende anche dalla massa media dei veicoli. Volkswagen, BMW, Mercedes e Renault hanno dichiarato di aver raggiunto i loro rispettivi obiettivi per il 2021.
LA REALTÀ È DIVERSA - La procedura WLTP vuole tener conto di come e dove le persone guidano effettivamente, della velocità e del tipo di percorso e in questo senso è più realistico dei test precedenti. Studi di enti quali l'International Council for Clean Transportation mostrano però che anche il test WLTP è poco realistico, in particolare per le auto ibride che, nell’uso quotidiano, ricorrono al motore a combustione circa il doppio di quanto verificato dai test. Gli studi dell'ICCT hanno utilizzato i dati sulle emissioni effettive di oltre 100.000 veicoli plug-in, informazioni ricavate dai database delle flotte e siti web di monitoraggio del carburante dei consumatori. I motivi di questo maggior consumo - e quindi dell’aumento delle emissioni reali - sono sia che le ibride plug-in rendono al meglio se vengono caricate spesso sia perché l'autonomia elettrica reale è minora di quanto emerge dal test. La differenza è ancora maggiore nelle auto aziendali, che vengono ricaricate poco perché il guidatore è meno incentivato a risparmiare dato che il carburante non lo paga lui. In effetti La Captur 1.6 plug-in E-Tech Intens (leggi qui la prova) ha registrato un consumo medio effettivo a batteria scarica di 17,4 km/litro, un buon valore ma superiore al dichiarato. Il consumo in città può invece essere bassissimo - al limite nullo, vista l’autonomia elettrica rilevata - a condizione che la batteria sia ben carica.