FINE VICINA - Nei piani futuri non c'è al momento l'intenzione di sostituire la Volkswagen Maggiolino (chiamata Beetle sui mercati internazionali), che uscirà di produzione nel 2019 senza lasciare eredi. In Italia non è già più presente nei listini della casa tedesca. Le due edizioni della Beetle moderna del resto non hanno saputo imporsi come la celebre antenata la Maggiolino originale, una delle auto più vendute della storia: dal 1938 al 2003 è stata costruita in oltre 21 milioni di esemplari. La casa tedesca non sembra però voler rinunciare ad una icona come la Beetle, tanto è vero che ad inizio luglio hanno fatto rapidamente il giro della rete le parole di Klaus Bischoff, numero uno dello stile per il marchio Volkswagen, secondo cui la Beetle potrebbe “rinascere” entro pochi anni come berlina a quattro porte dotata di un motore elettrico.
AUTO DEL POPOLO - Mettere da parte la Volkswagen Beetle non è semplice per la casa tedesca, visto che la sua storia ha origine proprio da quel modello. All'inizio degli Anni 30 il dittatore tedesco Adolf Hitler incaricò Ferdinand Porsche di sviluppare un'auto per il popolo, la Volkswagen (è la traduzione letterale di auto del popolo), perché a quell'epoca le vetture erano ancora riservate alle élite. Hitler spinse per un'automobile economica in grado di trasportare due adulti e tre bambini, con un motore abbastanza potente per farla viaggiare in autostrada ma non troppo oneroso da mantenere: doveva consumare al massimo 7 litri di benzina ogni 100 chilometri. La Beetle doveva avere inoltre un motore raffreddato ad aria (quelli a liquido erano più complessi da mantenere) e un prezzo non superiore a 990 marchi, in linea con alcuni mezzi a due ruote. Porsche iniziò gli studi e nell'ottobre 1935 ultimò i primi due esemplari della Type 60, con un look molto simile a quello definitivo.
LUNGA “CARRIERA” - La Type 60 venne provata su strada a partire dall'anno successivo ed entrò in produzione nel maggio 1936, con il suo inconfondibile tetto arrotondato e gli archi passaruota sporgenti dalla carrozzeria. Il motore era un boxer a quattro cilindri di 1.0 litro e 25 CV montato a sbalzo nella parte posteriore. La produzione della Volkswagen Maggiolino (Kafer in tedesco) subì una battuta d'arresto in concomitanza con la seconda guerra mondiale, ma a confitto concluso le vendite decollarono e nel 1972 gli esemplari realizzati erano già 15 milioni, più della Ford Model T, che fino a quel momento era l'auto più venduta della storia. Dagli Anni 70 la Beetle faticò non poco a reggere il confronto con utilitarie più recenti e moderne, tanto che a fine Anni 60 la casa tedesca si trovò costretta a lanciare altri modelli per sopperire al calo della Beetle: prima le meno fortunate Type 3 e Type 4, poi la Golf (nel 1974). La Maggiolino però continuò ad essere prodotta all'estero e l'ultimo esemplare venne assemblato nel luglio 2003 in Messico.
NEL 1997 LA SECONDA - Nel corso degli anni la Volkswagen Maggiolino è stata realizzata in molte varianti di carrozzeria (fra cui la nota Cabriolet) e aggiornata diverse volte, a partire dal motore, che nel 1954 venne potenziato a 36 CV. Sul suo telaio è basato anche il furgoncino noto come Volkswagen Bulli. Il nome Beetle è stato utilizzato nel 1997 dalla casa tedesca per la riedizione del Maggiolino, la New Beetle, ispirata all'auto originale ma basata sulla meccanica della Golf dell’epoca, con motore e trazione anteriori. La New Beetle non era più l’auto del popolo, ma un modello di nicchia con uno stile ispirato alla progenitrice e dunque non ha mai raggiunto i livelli di vendita della prima storica generazione. È stata sostituita nel 2011 dalla Beetle attualmente in vendita, che in Italia ha ripreso il nome Maggiolino, anch'essa basata su un pianale a motore anteriore (quello della Golf 6).