Con l'eccezione del 1980, quando venne disputato a Imola, il Gran Premio d'Italia (presente in calendario sin dalla prima edizione del Mondiale, nel 1950) si è sempre svolto a Monza: tanto basta per capire quanto l'Autodromo Nazionale sia parte inscindibile della Formula 1. Da almeno un paio d'anni, il patron Ecclestone domanda più soldi agli organizzatori, che - almeno fino al 2016 - sono sempre riusciti a mettere la classica pezza, garantendo lo svolgimento di una gara ricca di fascino e storia.
Qui, nel 2005, la McLaren di Montoya sfiorò i 370 km/h di punta massima; per più di tre quarti del giro a Monza si viaggia a gas spalancato. Il circuito sorge nel parco di Monza, e per i piloti è utile valutare attentamente il passaggio dall'ombra al sole; se la Parabolica che immette sul traguardo offre un colpo d'occhio spettacolare, i passaggi-chiave sono la prima variante subito dopo il via e l'uscita dalla seconda curva di Lesmo, dove è facile perdere la traiettoria e finire fuori pista. Due le zone DRS.