IL PILOTA NON BASTA - Una volta deliberato il progetto e realizzati i primi prototipi, ogni pneumatico di nuovo tipo è sottoposto ai test in pista. Si tratta di un lavoro meticoloso, necessario per ottenere il “disco verde” alla produzione in serie e che i costruttori delle gomme svolgono nella riservatezza dei loro centri prove. Durata, tenuta di strada su bagnato e asciutto, rumorosità e grip nelle frenate sono valutati grazie al lavoro di collaudatori professionisti, ma alcuni produttori hanno affiancato altri test, effettuati in sofisticate strutture automatizzate.
CHE COSA SI PROVA - È il caso della Continental, che presso il suo centro prove in Germania, vicino ad Hannover, ha realizzato l’AIBA (Automated Indoor Braking Analyzer, nelle foto) per dei test di frenata automatizzati, cui abbiamo assistito. Per le prove si possono utilizzare veicoli a due o a quattro ruote motrici, di svariate categorie: dalle utilitarie alle suv, fino a mezzi commerciali con un peso massimo di 3,7 tonnellate. In aggiunta, la Continental ha realizzato l’AVA (Analytic Vehicle AIBA), un mezzo costituito da un semplice telaio con due assali (più un terzo inseribile nella parte posteriore), che permette di verificare altri aspetti del pneumatico nella fase di frenata, come il suo slittamento sull’asfalto e la sua deformazione.
COME SI FANNO I TEST - L’AIBA della Continental ha mosso i primi passi nel 2012 e, continuamente perfezionato, è oggi costituito da una struttura climatizzata lunga 300 metri e larga 30, che ospita un rettilineo di 100 metri affiancato da un binario. Su quest’ultimo corre il carrello al quale vengono fissati o un'auto di normale produzione o il mezzo AVA equipaggiati con i pneumatici da provare. Dopo aver installato l’apparecchiatura per azionare il pedale del freno, il veicolo è posto all’inizio del rettilineo; tutte le fasi del test sono gestite dalla sala di controllo, accanto alla pista. Un dispositivo lancia la vettura imprimendole un’accelerazione da 0 a 100 km/h in circa 4 secondi e facendola correre fino a 120 km/h. Nel punto prestabilito, vengono attivati i freni per poi valutare gli spazi di arresto. La versatilità della struttura permette di simulare varie condizioni di frenata. Quelle utilizzate più di frequente sono l’arresto del veicolo da 100 km/h su asfalto asciutto e da 80 km/h su superficie bagnata.
DATI OMOGENEI - La struttura della Continental è impegnativa da realizzare e da gestire, ma consente di ottenere informazioni più precise e omogenee rispetto a quelle registrabili nelle stesse prove effettuate in circuito dai collaudatori. Che, pur essendo dei professionisti, non potranno mai premere il pedale sempre esattamente con la stessa forza e nello stesso punto, come invece fa il computer nel test automatizzato. Altro aspetto non secondario riguarda il sistema di climatizzazione, che permette di lavorare sempre nelle condizioni ambientali previste. Inoltre, non essendoci persone a bordo dell’auto, i collaudi potrebbero anche protrarsi per 24 ore al giorno. La struttura può effettuarne più di 100.000 l’anno.
FONDI INTERCAMBIABILE - Gli ultimi 75 metri di rettilineo dell’AIBA sono costituiti da cinque carrelli intercambiabili, con superfici composte da diverse qualità di asfalto; pesano 120 tonnellate ciascuno e si spostano scorrendo su 420 rulli attivati da motori elettrici. Un impianto idrico provvede poi all’irrorazione per le prove sul bagnato, mentre per quelle su superfici ghiacciate c’è un secondo rettilineo, sempre interno all’AIBA.