EPISODI GRAVISSIMI - Si moltiplicano i sinistri dovuti allo stato alterato: a fine ottobre, un incidente preesso Livorno (due vittime) causato da un guidatore in stato d’ebbrezza; di recente, strage anche sulla Palermo-Sciacca (cinque morti), innescato da un automobilista trovato positivo al test dell’alcol e della droga. Anche in seguito a questi eventi drammatici, si fanno insistenti le voci di un inasprimento delle pene per chi causa incidenti sotto l’effetto di alcol o stupefacenti. A sbilanciarsi, qualche giorno fa, il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, che parla di corsa “per la riforma del codice della strada in parlamento: avremo norme più chiare e soprattutto severe”.
VIA LA PATENTE - Difficile capire come potranno cambiare le regole, ma pare che si punti al ritiro della patente fino a sentenza definitiva. Secondo D’Angelis, “è un obbligo morale prima che politico fermare le stragi sulle nostre strade, e il nuovo codice della strada dovrà mettere fine soprattutto alla leggerezza delle sanzioni per chi provoca morti e la passa quasi liscia. Daremo un segnale di svolta verso la sicurezza stradale e la responsabilizzazione di chi guida”.
ARRIVA L’OMICIDIO STRADALE? - D’Angelis ha anche spiegato che si “prenderà in considerazione il passaggio da omicidio colposo a
omicidio stradale”, di cui si parla da tre anni: vedi
qui la news.Oggi, nel caso di incidente mortale o con gravi lesioni fisiche provocato da un guidatore in pesante stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, il codice penale prevede il reato di omicidio colposo, ossia dovuto a imperizia. Con il reato di omicidio stradale, quasi volontario, la reclusione prevista sarebbe molto più lunga.