IL RITORNO - Secondo l’amministratore delegato della FCA Sergio Marchionne, “il mondo ce la invidierà”. L’
Alfa Romeo Giulia, svelata ieri in occasione del centocinquesimo compleanno del marchio, è chiamata a sfidare su molteplici piani le più blasonate berline di taglia medio-grande ed etnia prevalentemente tedesca. In attesa di toccare con mano, già qualcosa si può dire degli interni dalla prima foto diffusa dalla casa (
qui sopra): la strumentazione analogica “a binocolo” è un omaggio al quadro strumenti delle Giulia GTV e della 1750 berlina, al pari del volante a tre razze moderatamente a calice, che richiama gli Hellebore degli anni 60 - ma anche i primi volanti in bachelite delle Giulia di metà anni 70. D’altronde, la soluzione richiama il periodo storico in cui la guida sportiva faceva il paio con quella a braccia distese. Omaggio stilistico anche le bocchette laterali: quelle della Giulia (berlina e GT), della 1750 e della 2000 berlina erano molto simili, pur se prive di cornici cromate. Imponente il tunnel centrale, che tuttavia sulle
Alfa Romeo Giulia che lo prevedevano (specie le GT) aveva andamento ben più inclinato, con la leva del cambio marcatamente rivolta verso il guidatore. Qui la parola d'ordine è semplicità: solo tre i rotori alla base del cambio. Il primo è il DNA che consente d'impostare i parametri di guida, il secondo al centro è quello principale del sistema multimediale mentre il terzo è demandato alla regolazione del volume dello stereo e a passaggio alle tracce successive.
NEL SEGNO DELLA TECNOLOGIA - Una delle altre cose che salta all'occhio osservando l'immagine dell'abitacolo dell'Alfa Romeo Giulia è il tasto rosso all'interno del volante, che serve per accendere il motore, una caratteristica riservata, fino ad ora, solo alle super sportive. Sempre riguardo al volante, che curiosamente al centro ha un logo Alfa Romeo in bianco e nero, sulle razze si nota la regolazione del cruise control adattivo. A colori, invece, l'ampio schermo centrale tra contagiri e tachimetro che conservano la classica visualizzazione con lancetta verso il basso a vettura spenta. Ampio anche il monitor al centro della plancia che fornisce ulteriori informazioni sulla vettura. Al centro della rotella del DNA si vede il tastino per regolare gli ammortizzatori che, evidentemente, possono essere impostati indipendentemente dagli altri parametri del DNA.
STILE PIÙ NORMALE - La casa ha presentato per prima la versione Quadrifoglio dell'Alfa Romeo Giulia. E ha fatto bene perché il suo stile e le caratteristiche tecniche annunciate (V6 da 510 CV, albero, cofano e tetto in carbonio, trazione integrale a controllo elettronico delle modalità di guida, enormi freni Brembo, e così via) hanno fatto sensazione. Se questa versione super sportiva ha un ruolo molto importante per promuovere il modello, il grosso delle vendite riguarderà le versioni alla base della gamma. E giocoforza, lo stile delle versioni “normali” (la vettura grigia del disegno qui sopra) non punta sulla sportività in modo così marcato come la Quadrifoglio (l'auto rossa): dal cofano e dai passaruota scompaiono tanto le prese d’aria quanto l’alloggiamento per il logo della versione più estrema. Inalterata o quasi la fiancata (d’altronde, l’epoca delle minigonne è finita con la 75 Evoluzione e quella degli spoiler con la 156 GTA), pur se contraddistinta da cerchi di diametro minore e pneumatici con spalle più alte, mentre in coda il diffusore lascia il posto a una fascia che accoglie le uscite dei terminali di scarico ai lati.
CAMBIA IL LOGO - Con il debutto dell'
Alfa Romeo Giulia entra in scena anche il nuovo
logo Alfa Romeo: croce e biscione visconteo si rinnovano, abbandonando il tradizionale fondo bianco (per la croce) e azzurro (per il biscione). I caratteri sono ora argentati, lo stesso motivo prescelto per lo sfondo, simili a quelli del primo marchio recante la scritta Alfa Romeo (che debuttò semplicemente con la scritta Alfa). E, per i più attenti, il Biscione perde anche un’ansa, diventando maggiormente stilizzato, al pari della corona.