PAROLA DI MARCHIONNE - A poche ora dalla presentazione dell'intera gamma dell'
Alfa Romeo Giulia al
Salone di Francoforte, Sergio Marchionne si è dichiarato convinto del successo della vettura. Lo ha fatto con un’intervista rilasciata ad
Automotive News in cui la convinzione ha anche voluto motivarla, illustrando le qualità della vettura, concludendo che l’Alfa Romeo Giulia è migliore delle rivali tedesche che va a sfidare. A lei è affidata la missione di rilanciare l’Alfa Romeo.
LUNGA PREPARAZIONE - Nell’intervista, il primo ragionamento di Marchionne riguarda la genesi della Giulia. Il lavoro di progettazione, sviluppo e definizione è stato lungo perché la scommessa è grande e rischiosa. Per affrontarla l’Alfa Romeo si è data come obiettivo di realizzare “una proposta tecnologica che fosse inattaccabile”. E lì Marchionne si mette in gioco anche come tester: “Ho guidato vetture tedesche tutta la mia vita, e dico che la Giulia è tecnicamente migliore”.
PRIMO OBIETTIVO L’EUROPA - Messo il punto fermo sulle qualità del modello, Marchionne esplicita la strategia dell’Alfa Romeo per arrivare agli obiettivi commerciali (nel 2014 la casa del Biscione ha venduto 68 mila vetture e per il 2018 i piani aziendali hanno fissato un traguardo di 400 mila veicoli venduti). Sollecitato sulle difficoltà di un tale obiettivo, Marchionne ammette che 400 mila è un grande numero. Ma non aggiunge altro: né che le vendite potrebbero essere meno, né che l’obiettivo sarà certamente centrato. Precisa però il percorso che l’Alfa Romeo intende fare: prima il rilancio in Europa e in Italia, poi l’America.
GLI EUROPEI PAGANO MEGLIO - Questo programma non è senza motivazioni concrete: “in Europa vendiamo a prezzi più redditizi per noi rispetto al Nord America, così volendo vendere auto di categoria premium, è preferibile farlo in Europa. Il rilancio Alfa Romeo con la Giulia sarà più rapido grazie alle vendite in Italia e in Europa”.
MARCHIO SOLIDISSIMO - L’intervistatore ha anche fatto presente che con il periodo di vita grama che il marchio ha alle spalle, è lecito che ci siano dubbi sulle capacità di attrazione dell’Alfa Romeo, ma Marchionne in proposito è categorico: “il marchio Alfa Romeo è forte e ha una lunga storia”. Marchionne poi sostiene il lavoro fatto dall’Alfa Romeo degli ultimi anni pronunciando un giudizio molto pesante sui modelli della casa degli anni precedenti. “In passato non abbiamo fatto nulla di buono, a eccezione della MiTo e della Giulietta. Gli altri modelli erano offensivi per la storia della casa. Noi stiamo lavorando per rimediare a queste offese, ma è un lavoro che richiede tempo e l’unico modo di farlo è dimostrare una superiorità tecnica. Ed è questo che tutti si aspettano in Europa dalla nuova Giulia”.
VIE DI USCITA - I piani di rilancio dell’Alfa Romeo sono molto rilevanti e comportano un investimento di 5 miliardi di euro. Marchionne in proposito pronuncia una frase che potrebbe anche suonare sibillina: “Entro l’anno cominceranno le consegne della Giulia e avremo una accelerazione, ma i rischi non mancano. In tanti hanno tentato ma non tutti hanno avuto successo. Noi abbiamo affrontato la scommessa tenendo conto di tutto e prevedendo tutte le opzioni, compresa la possibilità di fermare il piano di investimenti relativo”.
IL DNA ALFA ROMEO - Marchionne non si tira indietro neanche di fronte alle questioni più tecniche, come quella dei motori dell’Alfa Romeo e della loro “identità”. L’amministratore delegato della FCA traduce in numeri la realtà motoristica dell’Alfa Romeo: “il 70% dello sviluppo proviene dall’universo FCA, il restante 30% è squisitamente Alfa Romeo. Per realizzare questa realtà occorre essere molto intelligenti e capaci per riuscire a sfruttare il meglio dalle sinergie di gruppo e poi procedere con uno sviluppo particolare, tutto Alfa Romeo. Ma è così che osservando un motore Alfa Romeo che deriva da uno Ferrari, si constata che non c’è niente in comune, a eccezione dell’angolo tra le bancate”.