BUON COMPLEANNO ALFA - A cento anni dalla nascita dell'Alfa Romeo (1910), alVolante è andato a “spulciare” tra gli scaffali dell'archivio storico di Arese, alla ricerca di alcuni tra i più bei prototipi della casa. Abbiamo voluto dare un "taglio" diverso, non scegliendo quelli che hanno dato vita a modelli di serie, ma quelli nati dalla fantasia degli stilisti e degli ingengeri che però non hanno mai avuto un seguito produttivo. Alcune sarebbero state delle grandi Alfa, celebrate ancora oggi come capolavori, altre è meglio che siano rimaste nei cassetti della casa di Arese: tutte, però, testimoniano il contributo di creatività e ingegno che l'Alfa Romeo ha dato all'industria italiana dell'auto. Buon compleanno Alfa, cento di questi giorni.
ALFA ROMEO 40/60 HP AERODINAMICA (1914, CASTAGNA)
Partiamo con la più anziana di tutte, datata 1914. Si chiama 40/60 Hp Aerodinamica ed è tra le prime Alfa Romeo della storia: questa vettura si ispirava alla forma di un dirigibile e da molti è considerata la prima monovolume moderna. Basata sulla A.L.F.A 40-60 HP, montava un motore quattro cilindri di sei litri che la spingeva a una velocità massima di 125 km/h. Era stata espressamente richiesta su commissione dal conte Ricotti.
ALFA ROMEO BAT 5 (1953, BERTONE)
Tra i prototipi più originali del Biscione non potevamo non citare la Berlinetta Aerodinamica Tecnica 5, la prima di una famiglia di prototipi (Bertone realizzò anche la BAT 7 e la BAT 9) presentati al Salone di Torino tra il 1953 e il 1955. Tutte le BAT si caratterizzavano per lo stile particolare che richiamava quello di un pipistrello (Bat, in inglese). Il design della BAT 5 era il risultato di molti studi aerodinamici. La forma del frontale mirava ad annullare le turbolenze aerodinamiche alle alte velocità. Lo scopo di ridurre la resistenza all'aria riuscì pienamente, tanto che con un motore quattro cilindri da 90 CV la BAT 5 poteva raggiungere i 201 km/h. Il merito di questo stile "futuribile" era di Franco Scaglione, il genio visionario cui Bertone affidò lo stile della BAT 5 e che morì in povertà negli anni 90. Circa cinquant'anni dopo Bertone presentò al Salone di Ginevra del 2008 la BAT 11, una vettura basata sull'ossatura della Alfa Romeo 8C e che aveva diversi elementi stilistici in comune con le sorelle degli anni 50.
ALFA ROMEO GIULIA 1600 SPORT (1965, PININFARINA)
Questo prototipo porta la firma di Pininfarina, uno dei carrozzieri che hanno collaborato di più con il Biscione. Basata sulla Zagato TZ2, una sportiva prodotta in piccola serie, questa Alfa Romeo venne presentata al pubblico nel 1965, in occasione della 47esima edizione del Salone di Torino. Come l'auto con cui condivideva l'ossatura, questa speciale Giulia aveva il telaio tubolare e la carrozzeria in alluminio, soluzioni avanzatissime per l'epoca che permisero di contenere i pesi intorno ai 700 kg.
ALFA ROMEO GIULIA SS (1965, BERTONE)
Doveva essere la sostituta della Giulia SS, l'erede di uno dei modelli più rappresentativi dell'Alfa in quegli anni. Questa Sprint Speciale era stata commissionata a Bertone, ma alla fine i vertici di allora decisero di non produrla in serie. Attualmente l'unico esemplare di quest'auto è quello esposto al Museo dell'Alfa proprio ad Arese.
ALFA ROMEO 33 CARABO (1968, BERTONE )
La Carabo è una coupé che condivide l'ossatura e la meccanica con un mito della produzione da corsa Alfa Romeo, la Tipo 33. Presentata nel 1968 al Salone dell'auto di Parigi, la Carabo puntava tutto sull'aerodinamica. Per questo era alta solo 99 cm. Il suo progettista, Marcello Gandini, ai tempi alla Bertone, sperimentò su questa vettura le portiere con apertura verso l'alto, una soluzione che debutterà in seguito sulla Lamborghini Countach. Il motore era un 8 cilindri a V da 1.995 cm3, in grado di erogare 230 CV a 8.800 giri, sistemato in posizione centrale.
ALFA ROMEO P33 ROADSTER G.S. (1968, PININFARINA)
Presentato al Salone di Torino nel 1968, anche questo prototipo si basava sulla Alfa Romeo 33 Stradale. Disegnato da Pininfarina, questa "barchetta" aveva un piccolo parabrezza pensato per "lavorare" aerodinamicamente insieme alla grande ala posteriore e, a detta dei progettisti, deviare l'aria dal viso dei passeggeri. Il vistoso spoiler posteriore della P33 Roadster G.S., oltre a ridurre le turbolenze, fungeva anche da roll-bar in caso di ribaltamento.
ALFA ROMEO P33 COUPÉ (1969, PININFARINA)
Anche questa Alfa Romeo condivideva la meccanica con la Tipo 33 in versione da corsa. Fu presentata a Torino nel 1969 e aveva il frontale concavo e le portiere ad "ala di gabbiano" con i finestrini che arrivavano fino al tetto della vettura. Grazie a questo accorgimento, la coupé disegnata da Leonardo Fioravanti aveva il tetto trasparente.
ALFA ROMEO 33 IGUANA (1969, ITALDESIGN)
Un altro prototipo presentato a Torino nel 1969 e sempre basato sulla Tipo 33. Questa Iguana, disegnata da Giugiaro, avrebbe dovuto essere prodotta in piccola serie e si caratterizzava per la carrozzeria satinata. Con 230 CV, montava un due litri V8 in posizione centrale.
ALFA ROMEO 33 CUNEO (1971, PININFARINA )
La 33 Stradale si è confermata un'ottima base di partenza per i prototipi Alfa Romeo realizzati non solo dalla Pininfarina. Questa Cuneo, presentata nel 1971 al Salone di Bruxelles, riscosse un grande successo di pubblico per le sue linee spigolose, a quel tempo considerate molto innovative dopo le forme curve e sinuose tipiche degli anni 60.
ALFA ROMEO ALFETTA SPIDER (1972, PININFARINA)
Questo prototipo, tra tutti, è quello forse più vicino all'aspetto di un'auto di produzione. Disegnato da Pininfarina, doveva rappresentare una versione sportiva dell'Alfetta allora appena presentata. Venne svelato al Salone di Torino nel 1972 e condivideva l'ossatura proprio con l'Alfetta.
ALFA ROMEO EAGLE (1975, PININFARINA)
La Eagle rappresentava il primo tentativo di integrare, senza rovinare lo stile Alfa, un roll-bar fisso su una spider per aumentare la sicurezza dei passeggeri in caso di ribaltamento. Per stessa ammissione della Pininfarina, l'obbiettivo di questo prototipo era più pratico che estetico. In quegli anni, le restrizioni USA non permettevano infatti la produzione di cabrio totalmente aperte e l'Alfa Romeo chiese alla Pininfarina una soluzione per risolvere il problema.
ALFA ROMEO CAIMANO (1976, ITALDESIGN)
Basata sull'Alfasud, questa sportiva disegnata da Giorgetto Giugiaro montava il motore "boxer" da 1.6 litri da 63 CV. Nata senza alcun proposito commerciale, la Caimano si caratterizzava per il grande parabrezza tutt'uno con le portiere che si apriva per far entrare e uscire i due passeggeri. Se il sole non splendeva troppo, la Caimano, secondo l'Alfa Romeo, poteva essere una vettura piuttosto confortevole. Il problema nasceva con il sole a picco: il grande parabrezza, che non si poteva aprire durante la marcia, portava la temperatura dell'abitacolo a livelli che potevano diventare insopportabili.
ALFA ROMEO NUVOLA (1996)
La Nuvola è stata presentata al Salone di Parigi nel 1996 e “esplorava” l'idea di reinterpretare il vecchio glorioso stile Alfa, ma in chiave moderna. Lunga 428 cm e larga 186 aveva proporzioni da vera sportiva, merito anche della trazione integrale e del 2.5 litri biturbo a benzina da 300 CV che la spingeva a 280 km/h.
ALFA ROMEO SCIGHERA (1997, ITALDESIGN)
Progettata dalla Italdesign di Giugiaro nel 1997, era derivata dalla 164 ma aveva la carrozzeria in alluminio e fibra di carbonio. La “chicca” era però sotto il cofano: il motore 3.0 biturbo V6 da 400 CV la spingeva a 300 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi.
ALFA ROMEO VISCONTI (2004, ITALDESIGN)
Mostrata per la prima volta al Salone di Ginevra del 2004, era una proposta per l'erede della 166. Sebbene non abbia mai avuto un futuro produttivo, questa Visconti ha anticipato le berline con andamento del tetto da coupé, un tipo di carrozzeria che abbiamo poi visto, per esempio, sulla Mercedes CLS. Lunga 495 cm, larga 187 e alta 147 doveva essere sportiva e elegante allo stesso tempo. Una curiosità: il nome della Visconti venne scelto perché il Biscione presente sul logo Alfa Romeo era lo stesso utilizzato per lo stemma della casata dei Visconti.
ALFA ROMEO DIVA (2006, SBARRO)
La foto qui sopra non proviene dell'archivio storico Alfa Romeo, ma ci è stata inviata da un lettore (Naif) che ha sorpreso di recente questo interessante prototipo del 2006. Presentata al Salone di Ginevra di quell'anno, la Diva doveva rappresentare la "reincarnazione" in chiave moderna della Tipo 33 Stradale del '67. Nonostante l'interesse degli appassionati, questo prototipo realizzato in collaborazione con il carrozziere svizzero Sbarro, non ebbe mai un futuro produttivo.
...QUESTE SONO DIVENTATE REALTÀ
Tra le foto dei molti prototipi che non sono mai entrati in produzione ce ne sono anche un paio che invece hanno anticipato modelli di serie. È il caso della TIPO 103, l'auto che ha anticipato lo stile della Giulia, e della Proteo, che poi si sarebbe trasformata nella GTV del 1995.
ALFA ROMEO TIPO 103 (1960)
Sulla scia del successo ottenuto dalla Mini, ad Arese decisero di realizzare una trazione anteriore. Il modello di forma fu realizzato nel 1960 e, nella seconda metà del 1962, vennero eseguiti i primi test su strada: la TIPO 103, del peso di 720 kg, riusciva a sviluppare 49 CV e raggiungeva la velocità di 139 km/h. La Giulia del 1963, della 103 adottava soprattutto lo stile, mentre alcuni elementi della base meccanica vennero utilizzati qualche anno dopo per sviluppare l'Alfasud (che uscì nel 1972).
ALFA ROMEO PROTEO (1991)
L' Alfa Romeo Proteo è un prototipo di coupé-cabriolet presentato dall'Alfa Romeo nel 1991 e disegnato da Walter De Silva. Con la Proteo il Biscione sperimentò le quattro ruote sterzanti e la presenza di un tettuccio ripiegabile totalmente trasparente. Nonostante il buon riscontro del pubblico l'auto non venne mai prodotta in serie, ma detterà le linee stilistiche della GTV del 1995.