LA LEGGE ABROGA - La
Legge di stabilità 2015, dopo avere promesso molto sul fronte auto, a quanto pare manterrà solo l'abrogazione dei commi 2 e 3 della legge 342 del 2000 relativa alla
storicità dei mezzi con età compresa tra i 20 e i 30 anni (
qui per saperne di più,
nella foto la Lancia Delta Integrale), purché parte (ovvero, iscritti) alle liste chiuse dell'ASI e dei tre Registri di marca riconosciuti dallo Stato per questo scopo: Fiat, Alfa Romeo e Lancia. In altre parole, pare proprio sia un addio alla possibilità di convertire la tassa di proprietà in tassa di circolazione, poco più che simbolica. Tocca al RIVS, Registro Italiano Vetture Storiche, dire la propria in materia: si tratta di un ente non-profit che attualmente ha un proprio criterio di certificazione e, in base a questo, propone convenzioni assicurative privilegiate.
BOLLO SECONDO VALORE - Due le linee guida dichiarate: garantire equità agli appassionati/contribuenti e, dall’altra la garanzia di un controllo attento, affinché le agevolazioni previste non siano distribuite senza criterio. Cinque i punti operativi: il primo prevede che il “bollo” sia normalmente pagato fino al ventesimo anno di vita, e poi il proprietario potrà decidere se continuare a pagare la tassa normale o se certificare la storicità del veicolo e di conseguenza pagare una tassa forfettaria.
UNA LEGGE UNICA - La seconda proposta è normativa: uniformare il veicolo storico definito dall’articolo 60 del Codice della Strada e il veicolo di particolare interesse storico definito articolo 63 della legge 342/2000: si punta sul ventesimo anno “dalla data di costruzione, a cui sia stato rilasciato il certificato di rilevanza storica e collezionistica da parte di uno degli enti riconosciuti”.
QUALI ENTI? - Proprio questi ultimi (di cui il RIVS non fa, al giorno d'oggi, parte) sarebbero oggi troppo ridotti - di fatto c'è l'ASI e la sua nemesi ACI, un ente certificatore e un ente (ex) riscossore che da tempo tenta di rafforzare la propria lista di auto di interesse storico. Il RIVS insiste su criteri oggettivi e di competenza, collegando corsi ed esami per i commissari che certificano il mezzo a Commissione Ministeriale permanente (Ministero dei Trasporti). Stesso discorso per i registri storici istituiti dalle case automobilistiche aventi almeno una sede operativa sul territorio nazionale. Meglio ulteriormente ribadire come in materia il RIVS, in quest'ottica proponente, sia anche parte in causa.
AUTORITÀ NAZIONALE - La Commissione Ministeriale di cui sopra potrebbe verificare periodicamente il lavoro degli enti, rendendoli responsabili della veridicità delle dichiarazioni rese con il certificato di interesse storico e collezionistico e obbligandoli a svolgere le proprie funzioni nella maniera più corretta possibile, pena la sospensione o revoca del riconoscimento. Si potrebbe costituire un coordinamento nazionale di autocontrollo.
CONTROLLO PERIODICO - Attualmente, i certificati rilasciati per i veicoli sono “una tantum”: secondo il RIVS, dovrebbero avere una data di scadenza. Non con la revisione periodica, ma con il certificato di tecnici esperti da ripetere ogni tre anni. Per chi ragiona con logica ASI, si tratta di dare ogni tre anni il polish alla propria Targa Oro o Argento.