SENZA COMPLESSI DI INFERIORITÀ - Dopo tre mesi di convivenza e una percorrenza di 25.000 km sulle strade d’Italia e d’Europa, la Citroën DS4 2.0 HDi merita la promozione in quattro materie fondamentali: l’affidabilità, la guidabilità, le prestazioni del motore e la qualità costruttiva. Sicuramente più chic che snob, col suo stile a metà strada fra una suv e una coupé, rispetto alla C4 dalla quale deriva la crossover Citroën ha finiture più ricche e un design più sofisticato e sportivo, dovuto anche alle porte dietro quasi invisibili, con le maniglie ben dissimulate nei finestrini.
COME UNA VETTURA DI ALTA GAMMA - La Citroën DS4 non soffre di alcun complesso di inferiorità rispetto alle rivali tedesche. L’allestimento Sport Chic è già il più ricco (ha i sedili, rivestiti in pelle Club Habana, regolabili elettricamente e “massaggianti”, il volante multifunzione e il sistema di sorveglianza dell’angolo cieco negli specchi esterni). In aggiunta, l’esemplare della Citroën DS4 2.0 HDiche abbiamo provato era equipaggiato con numerosi optional, fra i quali il sontuoso rivestimento integrale in pelle dell’abitacolo e il segnalatore di uscita involontaria dalla corsia. Da segnalare che il cruscotto (originale ma non ben leggibile) ha due tipi di illuminazione a scelta, bianca o azzurra, e che le alette parasole scorrevoli consentono di “allungare” il parabrezza, rendendo più arioso l’abitacolo.
IL RESPONSO DELL’OFFICINA - Gli esami tecnici della Citroën DS4 2.0 HDi al termine della prova non hanno evidenziato sorprese negative: i dischi frenanti erano privi di deformazioni e l’usura delle pastiglie è rivelata omogenea e moderata. In discrete condizioni anche il filtro dell’aria, mentre il consumo d’olio è risultato molto più basso di quello delle auto provate finora: appena 38 ogni 1000 km. Corretta, per una vettura di questa stazza e potenza, l’usura delle gomme: quelli anteriori erano al 50% e quelle posteriori al 70. L’unica noia sulla nostra Citroën DS4 si è manifestata attorno ai 10.000 km, a causa del parziale distacco della paratia a protezione del tubo di raccordo del serbatoio del carburante, che in curva arrivava a sfregare contro il pneumatico posteriore destro.
“INVECCHIANDO” È MIGLIORATA - Da sottolineare, infine, che le prestazioni misurate a vettura nuova e dopo 25.000 km, sono tutte aumentate a esclusione della velocità massima (che, però, è diminuita di un’inezia: appena 0,8 km/h…). Tutti gli altri dati rilevati strumentalmente, col motore ben rodato e slegato, sono migliorati, dall’accelerazione alla ripresa, dal consumo alla frenata (per quest’ultima abbiamo riscontrato spazi di arresto più brevi di 1,6 metri da 130 km/h).