ENNESIMA SENTENZA - La società Autostrade per l’Italia deve rimuovere e distruggere i Tutor dalla rete autostradale: lo ha appena stabilito la Corte d’appello di Roma. Il motivo? Questi dispositivi che rilevano la velocità media dei veicoli costituiscono violazione di brevetto. Tutto nasce nel 2006 quando una piccola azienda toscana (la Craft Greve in Chianti, Firenze, fondata da Romolo Donnini) accusa Autostrade per l’Italia di aver contraffatto il brevetto. Nel 2015 la Cassazione, con una sentenza articolata e complessa, dispone un nuovo giudizio di appello per stabilire se Autostrade abbia contraffatto il dispositivo. Dopo una lunga controversia, ora la Corte d’appello di Roma ordina ad Autostrade di astenersi per il futuro dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema in violazione del brevetto. Per ogni giorno di ritardo Autostrade (anche condannata al pagamento delle spese legali) dovrà versare a titolo di sanzione civile 500 euro in favore della Craft. I giudici non hanno riconosciuto il diritto della Craft al risarcimento, però l’azienda toscana potrà chiedere ad Autostrade di comprare il brevetto. Vedi le precedenti puntate di questa “telenovela” qui e qui. In quanto alle multe per infrazioni rilevate col Tutor, sono regolari.
CHE COSA DICE IL GESTORE - Questa la nota della società del Gruppo Atlantia (l’azionista di riferimento è la famiglia Benetton) che riportiamo integralmente: “Il Tutor non verrà rimosso dalla rete di Autostrade per l'Italia, ma sarà immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale. La decisione di oggi della Corte d'appello di Roma, che ha stabilito che i Tutor costituirebbero una forma di violazione del brevetto della Craft, sarà impugnata presso la Corte di Cassazione da Autostrade per l'Italia, le cui ragioni sono state riconosciute fondate da quattro precedenti sentenze di merito in tutti i gradi di giudizio. Tuttavia, per evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero di morti sulla rete autostradale, Autostrade per l'Italia si farà carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il sistema attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocità media, che avverrà entro tre settimane. La decisione della Corte d'appello di Roma riconosce che non c'è stato alcun arricchimento da parte di Autostrade per l'Italia, non avendo la concessionaria ottenuto alcun vantaggio economico dall'utilizzo del sistema che ha come unico obiettivo quello di tutelare la sicurezza dei clienti, né alcun danno per Craft. Pertanto, la sentenza di oggi non prevede alcun indennizzo a beneficio di Craft per l'utilizzo del sistema”.