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Dallara Academy: per studiare la tecnica dell’auto da corsa

21 settembre 2018

È una struttura ultramoderna e mette a disposizione dei giovani studenti spazi e attrezzature per lo studio e la formazione tecnica.

Dallara Academy: per studiare la tecnica dell’auto da corsa

UNA CARRIERA PER FORMARE -  Ingegnere progettista, imprenditore e ora anche mecenate. È l’ingegnere Gianpaolo Dallara (nella foto qui sotto), prima progettista attivo in Ferrari, Maserati, Lamborghini e De Tomaso, poi nel 1972 creatore della Dallara automobili da competizione che in quasi 50 anni di attività ha progettato e prodotto auto da corsa vincenti per le più disparate categorie nel mondo. Alle tante tappe della sua carriera di successo Dallara ha voluto ora aggiungere qualcosa che non va in pista: la Dallara Academy, struttura polifunzionale volta allo studio, alla formazione e alla divulgazione tecnica sempre nell’ottica del motorsport, l’elemento caratterizzante dell’ingegnere Dallara e della sua azienda.

ARCHITETTURA AVVENIRISTICA - La Dallara Academy è appena stata inaugurata e la sua struttura impreziosisce il panorama della valle del fiume Ceno, sull’Appennino in provincia di Parma. In sintonia con il lavoro della Dallara, all’avanguardia nella produzione di scocche e vetture, l’architettura del nuovo edificio sede della Academy è proiettata nella modernità, con una struttura poliforme, fatta di circolarità, torri, vetrate e scintillanti rivestimenti dorati. A firmarlo è l’architetto Alfonso Femia, che ha interpretato le visioni di Dallara dando corpo a qualcosa che riesce a farsi notare e contemporaneamente a esprimere l’essenza di quel che vuole essere: un luogo in cui si immagina il futuro per poi realizzarlo. Da notare che l’insediamento progettato da Alfonso Femia ha già ricevuto un importante riconoscimento internazionale di architettura, il Best Future Building assegnato in Inghilterra per premiare i progetti che esprimono l’innovazione in architettura.


PER LE MEDIE E PER L’UNIVERSITÀ - La Dallara Academy è costituita da diversi elementi. Anzitutto c’è una divisione di massima: al piano terreno ci sono i laboratori per le scuole, accanto agli spazi per i visitatori. Al primo piano ci sono l’auditorium e l’area dedicata alla formazione universitaria. I laboratori sono stati ideati per essere messi a disposizione dei ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori per attività didattiche inerenti la fisica nelle applicazioni sulle auto. I laboratori sono attrezzati per coprire le tre aree di competenza specifici della Dallara: dinamica del veicolo, aerodinamica e materiali compositi. Tra le altre cose vi è una galleria del vento dove veicoli in scala ridotta possono essere valutati aerodinamicamente. Gli spazi riservati alle attività universitarie sono stati concepiti con la collaborazione della Dallara con il MUNER, Motorvehicle University of Emilia Romagna, realtà che riunisce gli atenei emiliani e le storiche case automobilistiche della Motor Valley italiana nel lavoro di formazione dei nuovi ingegneri meccanici rivolti al motorsport. C’è poi l’ampio auditorium che può ospitare 350 persone ed è attrezzato con i più moderni strumenti di video e foto riproduzione. Elemento a metà tra il decorativo e il didattico è la rampa che collega i due piani: su di essa sono infatti esposte le auto che hanno fatto la storia della Dallara e del suo creatore.

OBIETTIVO FORMAZIONE - Come si vede la Dallara Academy non è una autocelebrazione da parte dell’ingegnere Gianpaolo Dallara. Tutt’altro: la struttura è ben più che un contributo alla crescita culturale e formativa dei giovani. Essa ha tutto per essere un vero e proprio motore di traino verso la formazione di nuove leve di tecnici e più in generale per lo studio delle materie tecniche e scientifiche. Una struttura che arricchisce la zona del parmense e più in generale l’intera regione, senza contare che non è da escludere l’Academy diventi una possibile meta per le ricorrenti gite scolastiche di istituti di altre regioni.



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Ritratto di herm52
22 settembre 2018 - 18:00
Questa è la mentalità aziendale su cui scommettere e da finanziare da parte dello stato italiano e non quelle aziende, quasi sempre quotate in borsa, che pensano solo al profitto senza reinvestire nella formazione e nella innovazione. Nella realtà italiana si può portare ad esempio la FIAT che quando era di proprietà di Giovanni Agnelli quasi ogni fabbrica aveva delle sale per la formazione degli allievi periti/professionali ma che poi sono state chiuse perché reputate improduttive quando sono subentrati i finanziatori di borsa.
Ritratto di Gordo88
22 settembre 2018 - 18:15
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Un plauso a questo ingegnere che nonostante i traguardi raggiunti nella carriera professionale ha regalato un' altra opera per accrescere l' interesse e la formazione dei giovani nel campo motoristico tanto importanti per il nostro territorio emiliano, un grande!!