TANTI, TROPPI - L’Osservatorio Autopromotec di Bologna ha realizzato uno studio sulla rete italiana di distribuzione dei carburanti. Il primo dato che risulta in evidenza è quello del numero dei punti vendita: 22.900, vale a dire molto più di quanti ce ne sono negli altri Paesi europei. In proposito c’è da dire che purtroppo in Italia è anche difficile sapere con esattezza quanti sono gli impianti.
NUMERI BALLERINI - Lo studio dell’Osservatorio Autopromotec appunto scrive 22.900, ma l’ufficio delle UTF (Ufficio Tecnico delle Finanze) parla invece di oltre 24 mila, mentre la Fenica - sindacato di categoria facente capo alla Cisl - ha fatto anche lei una ricerca, contando i punti vendita comunicati dalle nove maggiori compagnie: la somma è di 21.600, e le compagnie non ci sono tutte, ne mancano anche di importanti. Insomma, già da questo dato apparentemente banale il mondo dei distributori si presenta come una nebulosa.
EUROPA MENO SERVITA - Fatto sicuro è comunque che negli altri Paesi ce ne sono molti meno. Lo studio dell’Osservatorio Autopromotec riporta uno scenario europeo in forte contrasto con la realtà italiana: 12.522 in Francia, 14.785 in Germania, 8.921 in Gran Bretagna e 9.226 in Spagna. Si può aggiungere che, in Spagna è in atto una tendenza all’aumento, anche perché la creazione della rete di distribuzione è iniziata molto tempo dopo che negli altri Pesi europei.
ATTIVITÀ DIVERSE - Oltre al numero molto più elevato dei distributori italiani, lo studio rileva che all’estero gli impianti sono meglio organizzati. Dal punto di vista tecnico è generalizzato il sistema self service, mentre in Italia soltanto il 33% degli impianti funziona in questo modo. Sotto il profilo economico lo studio afferma che nel resto d’Europa le stazioni di servizio realizzato il 70-80% del fatturato con attività diverse dalla vendita dei prodotti petroliferi, mentre in Italia gli impianti che svolgono queste attività sono solo il 15%.
PRODOTTI E SERVIZI - Secondo l’Osservatorio Autopromotec questa realtà contribuisce sensibilmente a tenere alti i prezzi dei carburanti e che una riduzione del numero dei distributori permetterebbe di invertire la tendenza. In proposito forse va tenuto anche presente che nelle stazioni di servizio grandi, che offrono molti prodotti e servizi, il prezzo dei carburanti non è che brilli per convenienza, mentre a offrire prezzi più contenuti sono piuttosto i piccoli “le pompe bianche”, cioè distributori non appartenenti alle reti delle compagnie, che evidentemente hanno costi diversi.