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EO scc2, un city car per le città del futuro

12 maggio 2015

Questo prototipo elettrico è capace di parcheggiare in spazi minimali e di viaggiare incolonnata senza guidare.

EO scc2, un city car per le città del futuro
QUATTRO ANNI DI LAVORO - Traffico e inquinamento sono le sfide per le città del futuro al quale cercano rimedio case automobilistiche e società di ricerca tecnologica. Una delle ultime soluzioni pensate per decongestionare e rendere più salubri i centri urbani è la EO smart connecting car 2 (EO scc2) progettata dal DFKI Robotics Innovation Center di Brema, in Germania. All'apparenza si tratta un una city car elettrica dagli ingombri ridotti, ma in realtà nasconde diverse tecnologie innovative che hanno richiesto quattro anni di sviluppo da parte di nove tra ingegneri e designer.
 
AUTONOMIA DI 70 KM - La EO scc2 è una due posti dal peso contenuto (750 kg), lunga 250 cm, larga 157 e alta 160 ed equipaggiata con portiere ad apertura verticale. A spingerla sono quattro motori elettrici da 4 kW (circa 5,5 CV) in grado di funzionare autonomamente o in contemporanea. Le prestazioni sono da cittadina, con velocità massima limitata a 65 km/h e autonomia delle batterie al litio ferro fosfato (LiFePo4) ricaricabili in 4 ore limitata a poco più di 70 km. 
 
 
SI STRINGE PER PARCHEGGIARE - A rendere particolare il prototipo tedesco è la tecnologia per favorire il parcheggio. La EO scc2, infatti, ha le quattro ruote sterzanti di 90 gradi che agevolano le manovre d'ingresso in spazi contenuti e carrozzeria rotabile e sollevabile nel posteriore che consente di ridurre la lunghezza della vettura a poco più di 1,5 metri e di guidarla di “traverso”. Un sistema che, di fatto, permette di parcheggiare il modello in aree non troppo più grandi da quelle occupate da moto o scooter. 
 
SI “ATTACCA” ALLE “SORELLE” - Pensata per il car sharing, la EO scc2 si può prenotare da smartphone e ritirare nell'apposito parcheggio. Impostata la destinazione, la concept di Brema individua la presenza di altre “sorelle” lungo il percorso (foto qui sopra) e, se trovate, programma l'aggancio nel vero senso del termine. Il modello, infatti, è pensato per “attaccarsi” alle sue simili per formare un “trenino” durante il tragitto condiviso durante il quale il guidatore può lasciare il volante e dedicarsi alla lettura o altre attività. Un viaggio durante il quale le EO scc2 “dialogano” non soltanto per la navigazione, ma pure per ottimizzare l'energia presente sulle diverse auto della colonna trasferendo, se necessario, la carica dagli esemplari con il “pieno” a quelli con “serbatoio” in riserva. In futuro è prevista pure la guida autonoma senza necessità di viaggiare incolonnati.


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Ritratto di Fr4ncesco
12 maggio 2015 - 20:04
2
Ci pensate, più di 100 anni di evoluzione automobilistica e una sorta di carrello della spesa chiuso potrebbe essere l'auto del futuro. Please...
Ritratto di PongoII
12 maggio 2015 - 20:16
7
Ma poi perché tutto sto parlare di guida autonoma? Sta finendo il petrolio e le multinazionali si stanno riconvertendo nell'HI-TECH? Mah! Credo tanto che a parte qualche caso di nicchia tre 50 anni o più ci saranno ancora gli autisti umani, i motori termici e, almeno da noi, Panda 30, Y10... ecc...
Ritratto di Fr4ncesco
13 maggio 2015 - 00:27
2
Mi sto ricredendo anche io, secondo me sono troppo ottimisti. Negli anni '60 in America le auto erano già dotate di cruise control, dopo ben 40 anni lo troviamo (ancora come optional) sulle utilitarie e spesso non lo si usa nemmeno. Lo stesso riguarda il cambio automatico, quante auto in Italia circolano con il cambio automatico? Ricordo lo spot della Citroen C5 nel 2000, che pubblicizzava l'avviso involontario di cambio di corsia, la frenata, le luci e i tergicristalli automatici, ma dopo 15 anni quante auto montano veramente questi dispositivi? Da qui a 50 anni la guida autonoma sarà disponibile come optional su qualche modello di lusso e su qualche scatoletta del genere nata esclusivamente con questo compito, punto.
Ritratto di Roberto Carnevale
13 maggio 2015 - 16:13
Ma mi faccia il piacere!