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I “Big data” possono rendere le città più sicure

05 dicembre 2018

La raccolta dei dati di un gran numero di veicoli, secondo la Ford, può portare vantaggi concreti agli utenti.

I “Big data” possono rendere le città più sicure

RACCOLTA DATI - La Ford in occasione del Financial Times Future of Transport di Londra ha presentato Ford Data Report, uno studio realizzato dal Team di Ford Smart Mobility che ha raccolto e analizzato i risultati di oltre 15.000 giorni di monitoraggio di una flotta composta da 160 veicoli commerciali. La flotta ha percorso nella città di Londra e nelle zone limitrofe oltre 1 milione di chilometri, producendo 500 milioni di dati. Per catturare i dati i mezzi impiegati nello studio sono stati equipaggiati con un dispositivo Plug-In, in grado di registrare i dati di viaggio trasmessi attraverso la connessione dati alla Ford per l’analisi. I conducenti hanno ovviamente dato il loro consenso alla condivisione e all’utilizzo dei dati.

COSA HANNO ESAMINATO - La Ford ha monitorato i percorsi dei veicoli e i dati relativi ad alcuni comportamenti tipici delle situazioni di emergenza, come l’intensità della frenata, l’attivazione delle luci di emergenza. In questo modo è stato possibile identificare le aree a mobilità più intensa. L’azienda americana incrociando queste informazioni con le relazioni sugli incidenti avvenuti è stata in grado di costruire un algoritmo, ossia un modello matematico in grado di determinare le probabilità future di incidenti. Lo studio ha esaminato anche l’impatto sul traffico delle consegne dei veicoli commerciali nella prima parte della giornata, precedendo le ore di punta, soluzione che potrebbe portare a un miglioramento nella mobilità .

I BIG DATA - Nello studio della Ford sono stati quindi impiegati quelli che si definiscono “Big data”. Con il termine Big data, letteralmente grandi masse di dati, si intende la capacità di raccogliere, analizzare e profilare informazioni utilizzando la tecnologia attuale come internet. Oggi possiamo definire i dati alla stregua del “nuovo petrolio”. Ci sono aziende come Google che hanno fondato un impero sullo sfruttamento dei dati offrendo servizi gratuiti in cambio dei dati personali degli utenti. Il problema della privacy e del trattamento dei dati personali è concreto, tuttavia, questa grande mole di dati possono essere usati anche per scopi diversi rispetto a quelli meramente economici. Ed è proprio quello che ha fatto la Ford. In effetti laddove, come in questo caso, ci sia un vantaggio i consumatori potrebbero essere più aperti alla condivisione.



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Ritratto di voodoonet
5 dicembre 2018 - 14:29
1
La privacy! la rovina di tutto La privacy creata per avvantaggiare terroristi , mafiosi e qualsivoglia malintenzionati , essi verranno protetti dalla privacy. La privacy è la paranoia di molti che credendo di essere sempre osservati pure quando fanno la ccacca al bagno ma gli stessi usano Facebook ogni giorno iscrivendosi a servizi free dove è implicito i termini di condizioni all'uso dei dati. Non dve esistere uno smaprtohne blindato
Ritratto di federico p
5 dicembre 2018 - 21:56
2
A me della privacy non importa nulla ad esempio se sanno che percorso faccio tutti i giorni che mi importa? Il problema é giusto la mail spam che ti arriva tipi vedi un aspirapolvere e via decine di mail di aspirapolveri ma basta cancellarle e il problema finisce li