UN DATO DI FATTO - Quando fa molto freddo, la paraffina contenuta nel gasolio tende a solidificare. Questo porta all’intasamento del filtro del carburante, o addirittura dei condotti di alimentazione e di iniezione. Un bel problema, soprattutto in fase di avviamento, tant’è che per evitarlo le case petrolifere distribuiscono un carburante speciale durante la stagione fredda. È il cosiddetto gasolio invernale, quello che in tutta Italia viene distribuito nelle stazioni di servizio da novembre a marzo. Il suo utilizzo è garantito, in base a norme internazionali, fino a temperature di -10 °C (contro gli 0 °C del gasolio “estivo”, distribuito nel resto dell’anno). Il gasolio invernale non va cercato: è quello che viene erogato dalle normali pompe. Sono le stazioni di servizio a riempire le loro cisterne del combustibile giusto (anche in inverno perché i petrolieri distribuiscono solo quello).
PER TEMPERATURE PIÙ RIGIDE - Meno dieci gradi è già un bel freddo, ma in alcune zone di montagna spesso la colonnina di mercurio segna valori inferiori. Ecco perché nelle stazioni dell’arco alpino e delle aree più fredde degli Appennini viene distribuito il gasolio “alpino” (alcuni produttori lo definiscono anche “artico”). La temperatura di utilizzo più estrema è intorno ai -20 °C, ma può dipendere da produttore a produttore (mentre per il gasolio invernale fanno tutti riferimento a normative internazionali). In alcune aree c’è persino chi distribuisce combustibili che restano liquidi fino a circa -30 °C. In generale, le stazioni di servizio tendono a pubblicizzare il valore della temperatura, anche per giustificare il prezzo più elevato rispetto al combustibile che si trova in pianura (costa di più produrlo, oltre che distribuirlo). Per chi va nelle zone di montagna, il consiglio è di fare il pieno di gasolio “alpino” prima di lasciare l’auto in sosta per molte ore (soprattutto all’aperto e di notte), e circolare per una decina di minuti per favorire il rimescolamento con quello che c’è già nel serbatoio.
E SE PROPRIO CAPITA… - Chi, invece, stanco dal viaggio, arrivato in montagna parcheggia la vettura a temperature estreme con il gasolio invernale “di pianura” (o addirittura quello “estivo”) nel serbatoio, avrà difficoltà ad avviare il motore. Se dopo un paio di tentativi non si riesce a mettere in moto, non resta che attendere le ore meno fredde della giornata e riprovare. Inutile insistere troppo (per non compromettere la batteria), o usare additivi: possono aiutare solo se mescolati al gasolio a temperature più miti (circa 10 °C), e prima che la paraffina solidifichi. C’è anche chi aggiunge della benzina nel serbatoio, ma l’operazione è vivamente sconsigliata dalle case automobilistiche (si rischiano danni al motore). La soluzione estrema è svuotare, almeno, in parte il serbatoio del gasolio invernale, e mettere quello alpino. Da evitare anche rimedi pericolosi, come scaldare il filtro con l’accendino o, ancora peggio, accendere un piccolo fuoco.
E I GASOLI AD ALTE PRESTAZIONI? - Capita di sentir dire che i cosiddetti gasoli “speciali” ad alto numero di cetano (quelli che garantiscono migliori prestazioni del motore) non hanno problemi con temperature rigide. Non è così: questi combustibili sono più favoriti negli avviamenti a freddo, ma entro certi limiti. Tant’è che anche i gasoli “speciali” vengono modificati durante l’inverno per sopportare il freddo.