DIBATTITO APERTO - Finalmente si parla della normativa dei test di omologazione. Nell’ambito del recente Consiglio dei Trasporti a cui hanno partecipato i ministri competenti dei 28 paesi della UE, il ministro tedesco Alexander Dobrindt ha sollecitato la Commissione europea a modificare la normativa dei test di omologazione delle auto per quanto riguarda il controllo delle emissioni di NOx. In particolare Dobrindt ha chiesto di intervenire sull’articolo 5 della regolamentazione, cioè il punto che prevede la possibilità che i veicoli siano dotati di dispositivi in grado di disinserire i sistemi di trattamento degli scarichi, laddove ci sia il rischio di danneggiare il motore.
PIÙ PRECISIONE - Nell’anticipare la proposta del suo paese, il ministro tedesco ha dichiarato: “Anzitutto proporrò ai miei colleghi di cambiare la norma: l’articolo 5 deve essere più preciso, inoltre vogliamo controlli più forti, e infine laddove siano previsti dispositivi di protezione dei motori, vogliamo che i costruttori spieghino il loro funzionamento. Vogliamo una chiara descrizione delle eccezioni in cui possono funzionare i dispositivi che escludono il trattamento dei gas di scarico. Questi ultimi attualmente sono legali, in quanto atti alla protezione dei motori, e noi vogliamo aggiungere alla norma una precisazione secondo cui i dispositivi di esclusione dei trattamenti delle emissioni possano essere ammessi soltanto come estrema possibilità per la salvaguardia del motore. Non è possibile produrre motori di vecchio tipo, o motori di bassa qualità, e poi parlare di protezione del motore. La tecnologia è fondamentale”.
DIVERSE INTERPRETAZIONI - Il ragionamento alla base della proposta tedesca è la convinzione che i costruttori approfittino di quella che sarebbe una falla regolamentare dell’attuale norma contenente, laddove permette la regolazione dei sistemi di “pulizia” degli scarichi secondo la temperatura ambientale. Ciò consente di avere motori in regola a determinate temperature mentre ad altre sono grandemente fuori dalla norma.
I CONTENUTI DELLA PROPOSTA - La proposta tedesca comprende anche l’inserimento nella normativa comunitaria di un obbligo per i costruttori di dichiarare in sede di omologazione l’utilizzo di eventuali dispositivi di “protezione del motore” . Secondo quanto proposto dal governo tedesco, la nuova norma dovrebbe obbligare “i costruttori anche a spiegare caso per caso il funzionamento dei vari software impiegati nel sistema, illustrandone i fini e la loro azione, argomentando così perché li ritengono necessari”. In pratica si tratterebbe una norma del tipo di quella esistente negli Usa. Da notare anche che per il governo di Berlino la nuova normativa dovrebbe essere anche retroattiva. Infine, la Germania chiede anche che per le omologazioni dei nuovi veicoli venga introdotto un sistema a rotazione tra gli stati membri.
L’OPINIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA - La proposta avanzata dal ministro Dobrindt non ha trovato però consensi da parte delle autorità europee e a a quanto pare degli altri stati membri. Al termine dei lavori del Consiglio dei Trasporti il commissario europeo all’Industria Elzbieta Bienkowska ha dichiarato che appunto i rappresentanti degli altri paesi hanno sollecitato il mantenimento della competenza nazionale sulla materia delle omologazioni, con conseguente possibilità di interpretazione della norma europea. La commissaria Bienkowska ha quindi affermato che a fronte alla posizione degli altri stati, la modifica proposta dalla Germania non è necessaria. “È ai servizi tecnici che spetta di vegliare affinché l’utilizzazione dei dispositivi di esclusione dei trattamenti delle emissioni sia giustificata e plausibile. Secondo le mie conoscenze, nessuna autorità di sorveglianza, né alcun servizio tecnico e nessun costruttore ha mai chiesto chiarimenti sulla norma prima della vicenda che ha visto al centro la Volkswagen”.