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I giudici sospendono il piano della PSA

29 gennaio 2013

Accolto un ricorso sindacale che blocca il piano di soppressione di 8.000 posti di lavoro alla Peugeot Citroën.

I giudici sospendono il piano della PSA

FULMINE A CIEL SERENO - Sorpresa e sconcerto pochi minuti fa a Parigi: la Corte d’Appello ha accolto una istanza del sindacato CGT della Faurecia, la società di componentistica del gruppo PSA, che chiedeva l’annullamento del piano di ristrutturazione del gruppo che prevede la soppressione di 8.000 posti di lavoro. 

QUESTIONI FORMALI - Si attende il testo del provvedimento per valutarne il significato ma già si sa che all’origine della decisione c’è la carenza di informazioni contenuti nella documentazione presentata dalla PSA. A rendere pubblica la notizia è stato l’avvocato Fiodor Rilov, rappresentante dei lavoratori della Faurecia. In particolare pare che le carenze riguardassero le informazioni destinate alle rappresentanze dei lavoratori nelle istanze europee (il Comitato d’impresa europeo).
 
Aggiornamento del 30 gennaio ore 9:15
 
PER  NESSUNA SOSPENSIONE - Ci sono delle interpretazioni diverse della decisione presa dalla Corte d’Appello di Parigi a proposito del piano di ristrutturazione del gruppo  che prevede la soppressione di 8.000 posti di lavoro. L’avvocato dei sindacati della società Faurecia, azienda della componentistica appartenente alla  per il 57%, aveva reso nota la decisione della magistratura, parlando di annullamento del piano. La direzione della  da parte sua è intervenuta sostenendo che non si trattava né di annullamento né di sospensione, ma soltanto di una richiesta di coinvolgimento degli organismi rappresentativi della Faurecia, che non erano stati coinvolti.
 
VERSIONE NEGATA - A sua volta, lo stesso avvocato dei lavoratori che aveva diffuso la questione ha ribattuto negando la versione della  e ribadendo che la Corte d’Appello aveva bloccato il piano nella sua interezza, e non soltanto per quel che concerne Faurecia
 
COSA HA DETTO LA CORTE - A leggere l’ordinanza della Corte si può dire che abbiano ragione entrambe le parti, in quanto effettivamente il testo deliberato dai giudici afferma “La Corte… ordina la sospensione della ristrutturazione in corso…” ma è anche vero che ciò vale “…sino alla messa in essere delle procedure regolamentari previste in materia di informazione-consultazione del Comitato centrale d’impresa della Faurecia e dei Comitati di stabilimento degli impianti Faurecia di Auchel e Meru”
 
DISCUSSIONI E TENSIONE - Si può dunque immaginare che la direzione  provvederà rapidamente a compiere i passi formali previsti e sollecitati dalla Corte. Intanto i vertici della  hanno anche affermato che le trattative in atto per l’attuazione del piano proseguiranno. Ieri però è ulteriormente aumentata la tensione già esistente negli stabilimenti  toccati dalla ristrutturazione.


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Ritratto di Merigo
29 gennaio 2013 - 14:45
1
I Giudici, giudichino pure, ma cosa ne sanno di Finanza, di Lavoro e Welfare? Chi salva PSA, i Giudici? Si è visto a Taranto con la ILVA, i danni che possono fare i PM con le Loro Sentenze, bloccando tutto il semi lavorato nonostante il piano salva ILVA del Governo, lasciando a casa tutte le maestranze. Qui il contrario, PSA è decotta, si sta organizzando con il nuovo accordo con GM di cui abbiamo letto (e commentato sorridendo maligni!) e la Magistratura blocca il piano di ristrutturazione che, con ogni probabilità, farà scappare GM: d'accordo che siamo in pieno Carnevale ma siamo più seri, tutti!
Ritratto di LucaPozzo
29 gennaio 2013 - 14:55
Condivido una buona parte. Solo dubito che PSA tema la fuga di GM (che si porterebbe dietro tutta la sua preziosa ereditá di passivo cronico). Al limite puó temere per gli aiuti statali che venivano in parte giustificati come copertura di questo eventuale taglio all'organico
Ritratto di LucaPozzo
29 gennaio 2013 - 14:52
É un cane che si morde la coda: le informazioni sono carenti solo perché gli 8mila licenziamenti servivano a giustificare i 7 miliardi di aiuti pubblici. Ma se il piano viene soppresso per carenza di informazioni il risultato é che non vi possono essere gli aiuti, quindi i licenziamenti bisognerá portarlo avanti, questa volta sul serio. In sintesi, come fare male una cosa giá brutta di suo
Ritratto di Merigo
29 gennaio 2013 - 15:22
1
Per quello che so, Faurecia sta a PSA come Proma a Fiat, cioè è un fornitore, strettissimo, just in time fin che si vuole ma un fornitore. Può darsi che l'avere accolto il ricorso di Faurecia sia riferito ai lavoratori di questa Azienda e si sia fatta di ogni erba un fascio. A proposito, chissà se la CIG richiesta ed ottenuta per SATA Melfi coinvolge anche le Aziende che lavorano nel compound, come detto, just in time come la già citata Proma che, se qualcuno non sa con esattezza cosa voglia dire just in time, vuole dire che Proma riceve nell'arco della giornata e non prima gli ordini per quali sedili produrre e mandare in linea a FIAT (schienale divano intero o 2/3, colore del tessuto, ecc.). Magari, ma sto inventando, Faurecia si insinua proprio perché non considerata nel calderone degli 8.000.
Ritratto di yeu
29 gennaio 2013 - 18:57
Io invece azzardo un'altra ipotesi. Con l'accordo con GM, magari Faurecia potrebbe correre il serio rischio di essere scartata, in quanto la GM produce molti dei suoi componenti lontano dall'Euro e ciò comporterebbe un'enorme risparmio sulla componentistica, pertanto si sta cercando in tutti i modi di raggiungere ad un compromesso.
Ritratto di Merigo
29 gennaio 2013 - 19:11
1
Scusa ma, prima di, come dici, "azzardare un'altra ipotesi", hai curiosato nel web? Faurecia è vero che è al 75%, o giù di lì, di proprietà PSA, ma produce in tutto il mondo (sito www.faurecia.com) e quindi nell'accordo con GM potrebbe essere un asset allettante e non un problema. Ripeto che, secondo me, l'articolo è frammentario e da Faurecia si è esteso il caso a PSA.
Ritratto di LucaPozzo
29 gennaio 2013 - 20:49
Diciamo che il parallelo piú calzante potrebbe essere con Comau, piú che con Proma: anche se lavorano con prodotti diversi, sono entrambe aziende che lavorano anche con la "concorrenza", mentre Proma vive principalmente di Fiat. Ad ogni modo il piano cui si fa riferimento é proprio quello presentato da PSA (per lo meno questo é quello che riportano i siti francesi), in quanto l'affiliata (per la veritá posseduta al 57-60% circa) sarebbe coinvolta comunque dal piano di ristrutturazione. Evidentemente la magistratura francese a valutato che, visti i dati incompleti presenti nel piano, vi fossero gli estremi per bloccare in questa fase il progetto (se cosí vogliamo chiamarlo, perché penso che PSA stessa non creda nei dati che ha riportato). Di fatto é un segreto di pulcinella che il numero degli esuberi sia stato lasciato correre libero: il problema del gruppo non é tanto l'esubero di organico, quanto la mancanza di liquiditá a fronte di flussi di cassa inadeguati. Per cui i posti di lavoro sono stati usati come ostaggio per poter avere i soldi necessari a tirare avanti. Ovviamente si é detto che erano prestiti per incentivi all'occupazione (o meglio, disincentivi al licenziamento) e investimenti in ricerca.
Ritratto di Merigo
30 gennaio 2013 - 21:53
1
Ho citato Proma, ma potevo citare EMARC, MAC, Lear, Johnson Control, ovvero Aziende che producono, uno, due, dieci prodotti in parallelo con le linee finali di produzione e che, se si fermano queste, si fermano anch'esse un minuto dopo, anzi, un minuto prima. Faurecia ha 4 core business: sedili, sistemi di scarico, interni (cruscotti, plance, ecc.) ed esterni (paraurti, ecc.): se si ferma PSA, un minuto dopo o prima si ferma Faurecia. Ma cosa c'entra Comau o chi come Comau realizza impianti? Nulla! Anzi, in fase di ristrutturazione il lavoro per chi come Comau produce impianti non manca di sicuro, come sicuramente sarà a SATA Melfi in tutta questa fase di cambio produzione. Visto che mi ha contraddetto, mi spiega cosa c'entra Comau con il just in time, Sig.LucaPozzo?
Ritratto di lukyluke
30 gennaio 2013 - 11:16
Il problema non riguarda PSA, che ha raggiunto un accordo interno anche con tutto sommato una ridotta eco sindacale, ma solo Faurecia che non ha ancora raggiunto un accordo con le proprie maestranze nell'ambito della chiusura del sito di Aulnay sous Bois. Il caso è ancora aperto per altri siti in quanto la cura dimagrante riguarda quasi tutti gli stabilimenti PSA francesi, per quanto riguarda la Faurecia ha uno stabilimento all'interno dell'area e visto il prodotto difficilmente può avere forniture esterne, ci sono altri fornitori sempre all'interno che non vengono toccati dal piano sociale.
Ritratto di Ilopan
30 gennaio 2013 - 20:28
Speriamo che anche i politici si sveglino dal fare solo i loro business. Le aziende vanno dove hanno finanziamenti e sconti di ogni genere; le nazioni "mature" sono a rischio default perchè si stanno svuotando di tante industrie che emigrano -loro- verso i vecchi emigranti, ergo è meglio che qualcuno dia una bella scossa a questa ecatombe di perdita di lavoro. Fare gli industriali così, con le lacrime sempre pronte e tutto il resto pure, avendo soldi e sgravi, mbè ma chi non lo saprebbe fare?