GIORNI TEMPESTOSI - Nei giorni in cui il gruppo
Volkswagen viene scosso dallo
scandalo dei
test di omologazione falsati negli Stati Uniti (che, secondo quanto dichiarato dalla casa, coinvolge 11 milioni di vetture vendute in tutto il mondo,
qui per saperne di più), abbiamo voluto verificare che aria si respira nelle concessionarie di Milano e dintorni.
NEI PANNI DEL CLIENTE - Ci siamo così messi nei panni di un cliente, interessato ad acquistare una vettura Audi, Seat, Skoda o Volkswagen con motore 2.0 TDI, che voleva essere rassicurato sul fatto di poter circolare e contro eventuali problemi nelle consegne. Altro dubbio da sciogliere, se la vettura dovesse essere eventualmente sottoposta a un nuovo test di omologazione o a un richiamo per aggiornare il software della centralina. Alle concessionarie dei marchi Audi, Seat e Skoda abbiamo chiesto inoltre se il motore 2.0 TDI fosse lo stesso protagonista dello scandalo. La prima sensazione, emersa dai colloqui con i venditori, è che nessuno ammettesse responsabilità: nessuno degli operatori incontrati ha infatti detto di essere rimasto sorpreso dell’accaduto, o di ritenere quanto avvenuto frutto di un errore, o di credere opportuno scusarsi con i clienti. Ma ecco il “diario” dell’inchiesta.
“GALEOTTO L’ALGORITMO” - Alla Audi Sagam (sede di viale Fulvio Testi 260, a Milano, foto qui sopra) il venditore ci accoglie con un sorriso, dando però tutta la colpa al programma che “non è stato realizzato dalla Volkswagen, ma da una società esterna che pare lo abbia venduto a tutte le case”. Ammette comunque che il motore montato sulle Volkswagen incriminate è stato usato anche dall’Audi, ma il fatto riguarda le versioni Euro 4 e Euro 5, mentre per le attuali Euro 6 non ci sono problemi né per circolare né per ordinare la vettura. Quando stiamo per congedarci, dice che comunque il sistema era illegale, ed è stato giusto denunciarlo. Poi spara a zero sui test di omologazione, che “fatti così, non servono a nulla”. E conclude dicendo che “le Euro 6 di oggi hanno quel software, ma non attivo, perché riescono a rispettare i parametri senza utilizzarlo”.
“MA NOI SIAMO LA SKODA!” - Alla Skoda Gruppo Fassina (sede di via Giovanni Battista Grassi 98, a Milano, foto qui sopra) aspettiamo una decina di minuti prima di incrociare un giovane venditore che proviene dall’area dell’usato: lui minimizza, ammette che il motore è lo stesso, ma aggiunge, con tono grave: “Ma che c'entra, questa è la Skoda!”. Secondo lui “nessun problema di consegne, o per circolare. E tra un paio di mesi la cosa si sarà chiarita”.
“CHIACCHIERE DA BAR” - “Non me lo dica, non ho più voce per parlare di queste cose, già mi hanno assillato”, esordisce il venditore della Seat Lombarda Motori (via Luigi Rizzo 8, a Milano, foto qui sopra). “Ma non c'è nessun problema, sono chiacchiere da bar, alla prima partita (di calcio) è tutto dimenticato”. Proseguendo: “Il fatto non riguarda l'Italia, hanno fatto un gran baccano ma siamo in Europa, quella è l'America. Che problema c'è in Italia?” Sosteniamo che, dai dati emersi, senza questo escamotage le emissioni di ossidi di azoto sarebbero da 10 a 40 volte superiori, e chiediamo se le vetture debbano essere riomologate. “Verrà fuori un pandemonio per niente. Se qualcuno ha truffato, e se è vero...”. Ricordiamo che il presidente del gruppo Volkswagen, Martin Winterkorn, si è dimesso. Ma il venditore, risoluto, chiude il discorso. “Il problema riguarda i vecchi motori Euro 4 e 5, che dovranno sistemare”.
“IN UNA BOTTE DI FERRO” - Alla Volkswagen Autorigoldi (via Inganni 81/A, a Milano, foto qui sopra) il venditore ci rassicura leggendoci un passo della circolare inviata dal presidente di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio: “I veicoli nuovi attualmente dotati di motori Euro 6 (…) disponibili per la vendita nell’Unione Europea soddisfano appieno i requisiti legali e standard ambientali. Il software in questione non influenza (…) il comportamento di guida, i consumi e le emissioni”. Nessun problema, conclude, ripetendo due volte: “Lei è in una botte di ferro”.
“POCHI MODELLI” - All’Audi Fratelli Giacomel (via Verdi 4, Assago, foto qui sopra) ammettono subito che il motore usato da alcuni modelli del marchio è lo stesso sotto inchiesta, ma aggiungono che da un anno e mezzo c’è quello nuovo, Euro 6, mentre “il problema riguarda le vetture Euro 4 e Euro 5, ed è nato su Golf, Passat, Maggiolino e Jetta”. Alla Skoda Autozitra (via Gonin, 56, a Milano) chiudono l’argomento in due parole: “Il problema riguarda gli Euro 5, con gli Euro 6 non c’è nessuna difficoltà” e proseguono a presentare la Octavia Wagon.
“QUELLA COSA LÌ” - Sullo stesso tono anche alla Volkswagen Sagam (sede di viale Liguria 28, a Milano, foto qui sopra). “Tutta la gamma è perfettamente a posto e non ha problemi. Il motore incriminato è un derivato, negli Stati Uniti hanno omologazioni differenti e hanno dovuto fare quella cosa lì”. Il nostro interlocutore cita poi la circolare inviata due giorni prima dal presidente del gruppo in Italia e conclude dicendo che “potrebbero esserci problemi con gli Euro 5, non con i motori attuali”.