I SOLDI CI SONO - Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha stanziato fondi, per cinque miliardi, destinati alla realizzazione, tra le altre cose, di due tra le principali “grandi opere mancate” della storia italiana recente: la nuova autostrada Pontina, tratta Roma-Latina e, soprattutto, la Tirrenica, da Livorno a Civitavecchia. Per avviare i lavori sono stati stanziati, rispettivamente, 520 milioni e 1,3 miliardi.
“FRONTE CALDO” IN MAREMMA - Come già accaduto in passato, i 148 chilometri mancanti della Tirrenica, che dovrebbero collegare Livorno a Civitavecchia seguendo il tracciato dell’attuale strada statale Aurelia, si preannunciano come un fronte molto caldo (leggi qui per saperne di più). L’opera, infatti, è invisa a molte tra associazioni ambientaliste, comitati cittadini e istituzioni di Toscana e Alto Lazio. I nodi principali sono due: le esenzioni dal pedaggio per i residenti chieste a gran voce dal governatore toscano Enrico Rossi (che avrebbe ricevuto in proposito le rassicurazioni del premier Mario Monti) e l’impatto ambientale in una zona di alto profilo naturalistico e archeologico come la Maremma.
VERSO IL BRACCIO DI FERRO - I comitati promettono battaglia. “Non solo il progetto è una disgrazia per l’ambiente, ma finanziariamente rischia il fallimento: l’opera costerà più di due miliardi”; ha dichiarato al Corriere della Sera Nicola Caracciolo, vicepresidente di Italia Nostra. Che promette: “Scenderemo in piazza entro fine mese”. Il rischio è che si crei un movimento di protesta simile a quello No Tav della Val Susa. Per una parte della popolazione, infatti, sarebbe meglio potenziare e mettere in sicurezza l’attuale statale Aurelia e la viabilità secondaria, entrambe largamente carenti, piuttosto che tagliare la regione con una colata di cemento e asfalto nuova di zecca. La replica di Antonio Bargone, presidente della Società autostrada tirrenica (Sat), sempre dalle colonne del quotidiano di via Solferino, non sembra tuttavia lasciare spazio al dialogo: “Il progetto è irreversibile, concluderemo i lavori entro il 2018. Il nuovo progetto ha già avuto da tempo le approvazioni previste dalla legge e rispetta ambiente, tesori archeologici e architettonici; inoltre, riduce di 5 milioni di metri quadrati la cementificazione prevista in precedenza. E, soprattutto, abbatte i livelli di pericolosità dell’attuale statale”.