LA SASSONIA HA TROPPI POTERI - La commissione europea ha deciso di portare nuovamente la Germania di fronte alla corte di giustizia europea, per la legge che protegge la Volkswagen dai tentativi di acquisto da parte di altre aziende. L’anomalia è stata denunciata perché le deliberazioni principali riguardanti la casa di Wolfsburg (nella foto in alto una parte della sede centrale) non possono essere adottate senza l’approvazione politica del länd della Bassa Sassonia, in cui la Volkswagen ha sede: si tratta di fatto di un diritto di veto che consentirebbe allo stato federato di ricoprire un ruolo chiave nella gestione della società. Questo potere, però, sottolinea la commissione europea, non potrebbe essere esercitato, contando che la Sassonia detiene solo il 20% del capitale della Volkswagen, e viola, pertanto, il principio della libera circolazione dei capitali.
SANZIONI A SEI CIFRE - Non si tratta del primo richiamo della commissione europea. Già una sentenza del 2007 chiedeva cambiamenti aIla legge varata nel 1960, dopo la privatizzazione della Volkswagen, affinché venisse ridotta l’ingerenza del länd della Bassa Sassonia nell’assemblea della casa automobilistica. Tuttavia, le modifiche apportate nel 2008 non hanno soddisfatto la prima sentenza dei giudici di Bruxelles, e per questo la Germania verrà riportata di fronte alla Corte del Lussemburgo. Questa volta, però, non si scherza: in caso di mancato adeguamento, arriveranno multe pesanti: una penale di 31.115 euro al giorno, a partire dalla data della prima sentenza (ottobre 2007), e una di 282.725 euro al giorno, dal momento in cui verrà pronunciata la seconda sentenza, fino a quando la Germania non avrà modificato la sua legislazione.