ITALIA TALLONE D'ACHILLE - “La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia”. Una dichiarazione, seguita da una precisazione: “nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre”. Queste sono le parole che più restano impresse nella mente tra quelle che Sergio Marchionne (foto in alto), amministratore delegato del gruppo Fiat, ha pronunciato durante la trasmissione "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio.
PAESE ARRETRATO - Marchionne, per supportare le sue dichiarazioni non usa giri di parole: “l'Italia è al 118mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48mo per la competitività del sistema industriale (vedi tabella sotto). Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini: il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori”. Una conferma arriva dal fatto che, ha continuato Marchionne, non “c'è nessuno straniero che investe qui”.
UNO A CINQUE - Per sottolineare come oggi la produttività della Fiat in Italia sia insostenibile, Marchionne ha fatto l'esempio con la Polonia: “dobbiamo però dare ai nostri stabilimenti la possibilità di produrre ed esportare, gli impianti devono essere competitivi, altrimenti non possono produrre e vendere niente. I nostri 6.100 dipendenti impiegati a Tychy, in Polonia, producono oggi le stesse auto che si producono in tutti gli stabilimenti italiani (cinque in totale)”.
Paese | Pos. 2010-11 | Paese | Pos. 2010-11 |
Svizzera | 1 | Rep. Ceca | 36 |
Svezia | 2 | Polonia | 39 |
Singapore | 3 | Spagna | 42 |
Stati Uniti | 4 | Slovenia | 45 |
Germania | 5 | Portogallo | 46 |
Giappone | 6 | Lituania | 47 |
Finlandia | 7 | Italia | 48 |
Olanda | 8 | Montenegro | 49 |
Danimarca | 9 | Malta | 50 |
Canada | 10 | India | 51 |
Inghilterra | 12 | Ungheria | 52 |
Francia | 15 | Grecia | 83 |
Belgio | 19 | Burundi | 137 |
Lussemburgo | 20 | Angola | 138 |
Cina | 27 | Ciad | 139 |
Fonte dati: World Economic Forum
STRANIERE 7 SU 10 - Marchionne ha voluto rispondere anche a chi accusa la Fiat di essere un'azienda “assistita dallo Stato”: “qualsiasi debito verso lo Stato è stato ripagato in Italia, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. E tra il 2008 e il 2009 la Fiat è stata l'unica azienda che non ha bussato alle casse dello Stato, diversamente da quanto fatto da molte concorrenti europee”. Chiaro il riferimento alla Opel, o alle francesi Citroën-Peugeot e Renault. Inoltre, a riguardo degli incentivi che in questi anni hanno sostenuto la domanda di nuove auto, Marchionne ha voluto precisare che “sono soldi che vanno ai consumatori, e aiutano noi (la Fiat n.d.r.) indirettamente, perché in Italia sette auto su dieci sono straniere”.
STIPENDI A LIVELLO EUROPEO - L'amministratore delegato della Fiat ha parlato anche dell'affare Pomigliano e della vertenza verso tre operai accusati di aver bloccato l'intero stabilimento durante uno sciopero. Il sistema di tre pause ogni dieci minuti anziché due da venti proposto per Pomigliano e Melfi (che tanto ha fatto discutere alcuni sindacati) è “già applicato a Mirafiori. Fa parte degli sforzi per ridisegnare il processo di produzione, e i 10 minuti che si perdono sono pagati”. Marchionne ha anche annunciato che il gruppo Fiat è pronto a portare le retribuzioni degli operai “ai livelli dei Paesi che ci circondano, se arriveremo ai livelli competitivi degli altri”.
POMIGLIANO "CROCE" DELLA FIAT - Per raggiungere questo obiettivo, però, Marchionne chiede ancora una volta la “la collaborazione di tutti”, riferendosi ai sindacati, e ribadisce che “quando tre operai fermano la produzione è anarchia e non democrazia”. Conscio del ruolo sociale che riveste lo stabilimento di Pomigliano d'Arco per la Campania, il manager afferma che “se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo, credo, un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la Camorra è molto attiva”. Marchionne non è disposto ad arretrare sulle sue posizioni: “a Pomigliano non abbiamo tolto il minimo diritto, abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati per gestire insieme a loro le anomalie; considerato che, quando il 50% dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno specifico dell'anno (in base a quale partita c'è) vuol dire che c'è una anomalia”.