L’INNESCO - Si direbbe proprio che i problemi veri non bastino, che occorra sempre completare il quadro con un po’ di polemica. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne (foto qui sopra), parlando all’assemblea degli industriali torinesi ha affrontato anche il tema della tanto ventilata vendita dell’Alfa Romeo alla Volkswagen. Nell’affermare per l’ennesima volta che la Fiat non è intenzionata a vendere, Marchionne si è rivolto alla platea affermando: “a quelli tra di voi che sono sul libro paga di Wolfsburg (sede della Volkswagen), chiedo gentilmente di ribadire ai vostri proprietari tedeschi un concetto semplice e chiaro: l’Alfa Romeo non è in vendita”.
IL LIBRO PAGA È … “UN VENTICELLO” - Sennonché di fronte a Marchionne c’erano anche parecchi giornalisti, tra cui Massimo Mucchetti che sulle pagine del Corriere della Sera è spesso critico nei confronti della Fiat e di Marchionne. In molti si sono chiesti a chi si riferiva Marchionne, avanzando l’ipotesi che il suo obiettivo fosse appunto il giornalista del Corriere che sostiene l’opportunità della vendita dell’Alfa Romeo, anche acconsentendo alla richiesta della Volkswagen di avere non solo il marchio ma anche uno stabilimento di produzione in Italia.
LA SMENTITA - Il gioco all’indovinello su chi era l’obiettivo di Marchionne è andato avanti qualche giorno e ieri sera alle 19,06 - in “area telegiornali della sera” - l’agenzia Ansa ha riportato le parole di un portavoce della Fiat (non identificato) che hanno smentito l’ipotesi del riferimento a Mucchetti. Per la precisione la notizia dell’Ansa dice così: “L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non si riferiva al giornalista Massimo Mucchetti quando, lunedì scorso, all'assemblea degli industriali di Torino ha parlato di persone «sul libro paga di Wolfsburg» ma a «un noto industriale torinese che lavora per la Volkswagen». Lo afferma un portavoce del Lingotto. Marchionne, facendo riferimento al fatto che l'Alfa Romeo non è in vendita - sottolinea il Lingotto - ha detto testualmente “a quelli tra di voi che sono sul libro paga di Wolfsburg chiedo…”. Questa frase - ricostruisce il Lingotto - ha ingenerato un grosso equivoco. Qualcuno ha pensato, e il TG di La7 ne ha anche parlato, che si riferisse al giornalista del Corriere della Sera Massimo Mucchetti. “Non è assolutamente così. Marchionne - conclude il portavoce della Fiat - pensava invece ad un noto industriale torinese che lavora per la Volkswagen”.
ANCHE IN DIALETTO - Nel parlare dell’ipotesi della cessione dell’Alfa Romeo alla Volkswagen - riportata d’attualità da Ferdinand Piech, del consiglio di sorveglianza del gruppo VW e soprattutto grande azionista della casa tedesca, che ha reiterato il suo interesse per l’affare - Marchionne ha voluto concludere con un detto popolare, addirittura in dialetto piemontese: “Monsu’ Piech, lassa perde, va cantè ’nt n’autra curt” (signor Piech, lascia perdere, va a cantare in un altro cortile…”.
SOLO RIFERIMENTI, NIENTE NOMI - Senonché la smentita della Fiat è stata ripresa da Enrico Mentana che subito, nel suo telegiornale della sera, è andato più in là del riferimento a “un noto industriale torinese che lavora per la Volkswagen” e ha fatto nome e cognome, sostenendo che il riferimento era a Giorgetto Giugiaro (nella foto). La cosa evidentemente non ha riscontro in quanto affermato all’Ansa dal portavoce della Fiat, ma tant’è, Mentana lo ha detto. E bisogna dire che a dar forza alla cosa certo c’è il fatto che Giugiaro, oltre che essere il grande designer che tutti conoscono, è anche l’imprenditore creatore dell’Italdesign che da due anni è proprietà del gruppo Volkswagen; e Marchionne appunto ha parlato di “proprietari”. Sicuramente in Piemonte ci sono parecchie aziende che lavorano per la Volkswagen, ma oltre alla Italdesign, ce ne sono altre che sono “proprietà” della casa tedesca?