GIORNATA DI COLPI DI SCENA - Giovedì 14 gennaio è stata una giornata molto movimentata per l’auto francese. Al centro dell’attenzione c’è stata soprattutto la Renault, perché si è saputo che tre sue sedi erano state perquisite nell’ambito delle attività di controllo della DGCCRF (la Direzione antifrodi) sulla situazione delle emissioni avviata dopo lo scoppio dello scandalo Volkswagen
Dieselgate. Dopo lo scossone portato dalla notizia delle perquisizioni, c’è poi stato quello innescato dalla diffusione di un primo bilancio del lavoro compiuto dalla
commissione tecnica indipendente voluta dal ministro dell’ambiente Segolene Royal per analizzare la correttezza delle emissioni dichiarate delle auto vendute in Francia. Anche in questo caso l’attenzione è caduta sulla Renault, in quanto indiscrezioni stampa hanno parlato di emissioni di NOx e CO2 sensibilmente fuori norma per le auto della Renault testate. Dopo che la Borsa di Parigi aveva accusato il colpo registrando un forte calo delle azioni Renault, il ministro Segolene Royal ha dichiarato che effettivamente sono state rilevate emissioni fuori norma, ma che assolutamente non è stato rilevato alcun software irregolare (come invece era successo in America per le vetture della Volkswagen).
PAROLA DI MINISTRO - Dunque, non c’è stata alcuna frode ha sancito la “ministra” Royal, ma solo emissioni fuori norma, per la Renault e per altri costruttori. Un comunicato stampa della Renault ha riassunto la vicenda ribadendo che sulle sue auto della marca i test della commissione tecnica indipendente non hanno rilevato alcuna frode. Poco dopo è arrivato anche un comunicato del gruppo PSA Peugeot Citroën, non per smentire o precisare qualcosa, ma soltanto per riferire di essere stato informato in linea di massima dei risultati dei test compiuti dalla commissione tecnica indipendente e che essi attestavano “l’assenza di qualsiasi anomalia sui veicoli del gruppo”.
I VANTAGGIO DEL BLUEHDI - Nel comunicato, il gruppo PSA Peugeot-Citroën ha tenuto a sottolineare come i risultati testimonino l’efficacia del sistema BlueHDi per il post-trattamento degli scarichi dei motori diesel. Il sistema BlueHDI si basa su un catalizzatore SCR (Selective Catalytic Reduction) posta a monte del filtro antiparticolato (FAP). In questo modo vengono tenuti sotto contro gli ossidi di azoto derivanti dalla combustione del gasolio. La PSA ha evidenziato come il sistema BlueHDi sia impiegato già dal 2013 sulle vetture del gruppo omologate Euro 6. Date queste informazioni, la PSA ha infine formalmente informato che nessuna sua sede è stata fatta oggetto di perquisizioni da parte della DGCCRF.