TEMPESTA DI CONSEGUENZA - Come un fiume in piena prende tutti i rivoli possibili, lo
scandalo Volkswagen ormai ha preso tutte le direzioni: ovviamente quelle di immagine, ma anche quelle economiche per sanzioni, indennizzi, costi dei richiami. Non mancano le varianti commerciali e industriali con cali di vendita previsti e le conseguenti prime misure già prese in materia di produzione: lo stabilimento tedesco dove vengono prodotti i motori ha ridotto di un turno la sua attività. Notizia di oggi è che l'Ente per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti sta indagando su
28 modelli diesel dei marchi BMW, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes (
qui per saperne di più). Infine, ma non certo per importanza, cominciano ad arrivare le iniziative giudiziarie.
LA MAGISTRATURA FRANCESE - A Parigi, dove il ministro dell’Ambiente Segolene Royale ha già annunciato che chiederà alla Volkswagen la restituzione dei bonus di cui ha beneficiato per le presunte caratteristiche ecologiche delle sue auto, la Procura della Repubblica di Parigi ha aperto un’indagine per truffa aggravata per la vicenda dei motori manipolati. Le indagini sono state affidate al reparto della Gendarmerie Oclaesp, specializzato nei casi di presunti danni alla salute pubblica, e al reparto anticorruzione della Polizia (Oclciff). In pratica l’ipotesi di reato è la truffa aggravata volta alla vendita di prodotti suscettibili di essere dannosi per la salute. Da notare che parallelamente all’inchiesta giudiziaria in Francia è anche stata aperta un’inchiesta amministrativa dall’ente che si occupa alla lotta alle frodi (DGCCRF).
GLI AZIONISTI IN TRIBUNALE - E oggi pomeriggio un capitolo giudiziario è stato aperto anche in Germania. In questo caso a innescare il procedimento è stata la denuncia di un investitore nel gruppo Volkswagen che ha chiesto di essere risarcito con 20 mila euro per le perdite subite dalle azioni Volkswagen in seguito allo scandalo (oltre il 40%). La denuncia è stata depositata giovedì sera presso il Tribunale di Brunswick, lo stesso che aveva già aperto un’indagine sulla casa automobilistica per frode. In Germania sono ammesse cause singole ma non le class action, è quindi molto probabile che ci siano altre iniziative come quella dell’investitore della denuncia al Tribunale di Brunswick.
LA NOSTRA ANTITRUST INFAGA - Non manca l’Italia tra i teatri di iniziative legate allo scandalo. La nostra Autorità garante della concorrenza ha aperto un fascicolo istruttoria sulla vicenda, ciò ipotizzando una “pratica commerciale scorretta” per aver proposto al mercato vetture con caratteristiche non rispondenti alla realtà. L'associazione dei consumatori Codacons ha annunciato di aver depositato un'azione collettiva contro la Volkswagen.
COSTI ENORMI - Intanto, gli analisti economici si spendono nel elaborare stime su quelli che saranno i costi economici dello scandalo per il gruppo automobilistico tedesco. Secondo uno studio del Credit Suisse contando tutte le possibili voci di uscita si arriverebbe all’enorme somma di 78 miliardi di euro. Troppo anche per le larghe spalle della Volkswagen.