NUMERI IN CALO - Il
gruppo Volkswagen ha accantonato 16,2 miliardi di euro per far fronte alle spese legate al cosiddetto
Dieselgate, ovvero lo scandalo causato dalle irregolarità nei livelli inquinanti di alcuni fra i suoi motori a gasolio. La notizia giunge poche ore dopo l’accordo raggiunto con le autorità statunitensi e si trova contenuta nel documento relativo all’anno fiscale 2015, dove l’azienda conferma il primo
rosso di bilancio dal 1993: la Volkswagen è passata dagli 11 miliardi di utile registrati nel 2014 al passivo di 1,58 miliardi nel
2015, nonostante il fatturato sia cresciuto del 5% ed abbia raggiunto i 213,3 miliardi di euro. Il rosso determina un calo del 97% nei dividendi riconosciuti agli azionisti: il dividendo relativo al 2015 si attesta a 0,11 euro per ogni azione ordinaria e 0,17 per azione privilegiata, quando l’anno scorso era pari a 4,8 e 4,86 euro. L’azienda ha deciso anche di congelare il 30% dei premi destinati ai manager.
VENDITE IN FLESSIONE - I 16,2 miliardi di euro serviranno al gruppo Volkswagen per proseguire la campagna di richiamo in Europa e per alleggerire la propria posizione negli Stati Uniti, dove le autorità hanno saputo ottenere misure correttive più vantaggiose: la Volkswagen potrebbe trovarsi costretta a rimborsare i suoi clienti oppure a riacquistare le quasi 500.000 automobili equipaggiate con i motori diesel irregolari sui quali è installato il software che permette di alterare le emissioni di ossidi d’azoto (NOx). Sui dati di bilancio pesa anche il calo nel numero degli esemplari venduti, determinata dalla contrazione del mercato cinese e dalle difficoltà in cui versa il mercato brasiliano: la Volkswagen ha “perso” 200.000 vetture ed ha chiuso il 2015 con 9,9 milioni di unità vendute, ma il comparto automobilistico ha generato un volume d’affari nel gruppo pari ad 8.9 miliardi di euro (erano 6,1 nel 2014). Le prospettive per il bilancio 2016 sono negative.