UN FUTURO PIENO DI INTERROGATIVI - Oltre a fare le stime di quanto potranno costare alla
Volkswagen gli scandali delle emissioni (il cosiddetto
Dieselgate), il mondo degli analisti economici ha cominciato a chiedersi che cosa farà il gruppo tedesco per affrontare queste spese. Il conto totale comprenderà infatti sanzioni, indennizzi, richiami e iniziative volte a recuperare immagine, e le previsioni variano da un po’ più di 20 a quasi 80 miliardi di euro (quest’ultimo valore è stato indicato dal Credit Suisse ai suoi clienti investitori per dare loro un riferimento a proposito di possibili investimenti in Volkswagen).
SOLDI DA PARTE, MA NON BASTERANNO - Il gruppo tedesco ha accantonato 8,5 miliardi per far fronte a questi impegni e i suoi bilanci indicano in circa 27,8 miliardi la liquidità disponibile. Ciò però c’è la possibilità-probabilità che non sia sufficiente. Bisogna però aggiunge che l’attività produttiva richiede investimenti importanti, nell’ordine di almeno una decina miliardi per i programmi dei prossimi anni, e dunque si fa complicato il problema di come reperire i fondi per le spese conseguenti allo scandalo.
PREVISIONI PER CHI INVESTE - Un’idea significativa di che cosa potrà voler dire questa situazione la danno alcune deduzioni del mondo economico raccolte da Bloomberg. Secondo il report dell’agenzia economica americana, Jose Asumendi, analista della JPMorgan Chase & Co, ha redatto un rapporto sull’argomento che è stato inviato ai clienti investitori. Bloomberg ne ha riferito sottolineando le ipotesi contenute; ipotesi che tratteggiano scenari clamorosi e impensabili fino a poco tempo fa: il gruppo Volkswagen non potrà fare altro che mettere in vendita un po’ della sua… “argenteria”, vale a dire realtà che hanno valore ma non sono determinanti per il suo core business. Questo perché l’ipotesi di un aumento di capitale appare difficile da percorrere: le perdite registrate in Borsa proprio in conseguenza dello scandalo (la capitalizzazione borsistica ha perso oltre 23 miliardi di euro) sicuramente sarebbero un motivo di diffidenza per i potenziali investitori.
TANTE POSSIBILITÀ, ANCHE CLAMOROSE - Le ipotesi che vengono fatte per le possibili cessioni sono diverse. Si fa il nome della Ducati, che già suscita sensazione vista l’enfasi che fu data alla sua acquisizione nel 2012 (al prezzo di 860 milioni di euro), ma non solo. Il comparto dei mezzi pesanti (Scania e MAN) potrebbe essere un’altra pedina interessante da giocare. Ipotesi fuori del contesto automotive viene indicata la quota che la Volkswagen ha della proprietà della squadra di calcio del Bayern Monaco; una quota stimata circa 200 milioni di euro. Ma soprattutto tra le ipotesi ritenute possibili se non probabili viene compresa la vendita di quote azionarie della Porsche e dell’Audi, nell’evidente logica di fare cassa mantenendo però il controllo delle società. Una cosa possibile vista la probabile facilità di trovare investitori sia nella casa dei quattro anelli che nella Porsche, considerata la buona redditività di entrambe. Il valore stimato dell’Audi è di circa 29 miliardi di euro.