Kodo design, atto terzo
Dopo le Mazda 6 e CX-5, la
Mazda 3 berlina a cinque porte (in Italia la versione “con la coda” non sarà importata), è il terzo modello frutto del nuovo stile della casa giapponese, il Kodo Design: ispirandosi alle forme muscolose di un felino in corsa, lo stile esprime forte dinamismo e dà alla nuova Mazda 3 un’aggressività sconosciuta al vecchio modello. Per rendersene conto basta un’occhiata ai larghi parafanghi oppure alle nervature che s’incrociano lungo la fiancata… Grintoso anche il frontale, col lungo cofano motore e la grande mascherina accompagnata da sottili fari (con luci diurne a led).
Abitacolo sportivo
Le forme sportive si trovano anche nell’abitacolo, ancor più personale di quello delle Mazda 6 e CX-5. Nella plancia della nuova Mazda 3, sottile e ben rifinita (di qualità inferiore, invece, le plastiche del tunnel tra i sedili anteriori), spicca lo schermo a sfioramento di 7” del sistema multimediale e del navigatore. Il posto di guida è “cucito addosso al pilota”: sedute basse e profilate a dovere fanno il paio con un cruscotto in stile motociclistico (dotato, nelle versioni più ricche, di contagiri centrale e tachimetro digitale). Non manca neppure l’head-up display che mostra la velocità e le indicazioni del navigatore (di serie per le versioni più ricche, si controlla dalla rotella tra i sedili, come nelle auto dei marchi più blasonati).
Dietro si sale con l’inchino
Il profilo affusolato che rende filante la nuova Mazda 3 ha il suo rovescio della medaglia: chi sale dietro deve stare attento a non picchiare la testa, visto l’andamento arcuato della parte superiore delle porte. Per contro, una volta a bordo si sta comodi: buono lo spazio per le gambe, salvo per chi siede al centro (il tunnel sul pavimento è ingombrante). Non troppo ampi i vani ricavati nelle porte (ci sta giusto una bottiglietta), mentre nessuno dei portaoggetti è climatizzato. Tra i dettagli da migliorare anche il numero di alzavetro con salita e discesa automatiche: ce n’è uno solo (quello del guidatore).
Sfrutta l’ultima tecnologia
Chi guida la nuova Mazda 3 può contare su utili dispositivi (di serie o a richiesta, in base all’allestimento) che riducono le situazioni di pericolo: da quello che segnala l’uscita involontaria di corsia al cruise control con radar di distanza e frenata d’emergenza (sia da alta velocità sia ad andature cittadine). Completano il quadro i fari bixeno che si orientano in curva e gli abbaglianti automatici, oltre al sistema che avverte della presenza di veicoli nell’angolo cieco degli specchietti.
Turbodiesel? per ora, soltanto un 2.2
La nuova Mazda 3 verrà presentata al pubblico al Salone di Francoforte e arriverà in concessionaria all’inizio di ottobre (prime consegne a gennaio 2014) in tre allestimenti: Essence, Evolve ed Exceed i probabili nomi (come per Mazda 6 e CX-5). La gamma dei motori parte dal nuovissimo 1.5 a iniezione diretta di benzina da 101 cavalli proposto al prezzo d’attacco di 17.400 euro (su alVolante in edicola ad agosto trovate le nostre impressioni di guida). Sempre a benzina, ci sono i 2.0 da 120 e 165 cavalli (il primo anche con trasmissione automatica a sei marce). Uno solo il motore a gasolio: il 2.2 da 150 cavalli, anch’esso disponibile con cambio manuale o automatico. Quel che manca è un turbodiesel più piccolo, ma i tecnici giapponesi ci hanno assicurato che arriverà, e avrà una cilindrata inferiore a 1,6 litri. E ci tengono a sottolineare che, come gli altri motori e come i cambi, sarà al 100% “made in Mazda”. Addio, quindi, ai motori presi in prestito dai gruppi Ford e PSA Peugeot-Citroën.
Al volante è appagante
Nel test in anteprima della nuova Mazda 3 abbiamo potuto apprezzare la fluidità e la vivacità del 2.2 a gasolio, che spinge con vigore da 1800 giri fino a quasi 5000. Credibili, dunque, lo scatto dichiarato (8 secondi per toccare i 100 km/h da fermi) e la punta ufficiale (213 km/h). Accoppiato al cambio dagli innesti precisi e dai rapporti ben scalati, questo quattro cilindri riesce persino a divertire. In curva, l’auto si corica poco di lato (abbastanza rigido l’assetto, specie con le gomme di 18”), mentre lo sterzo (con assistenza elettrica) offre una risposta progressiva e precisa. La tenuta di strada infonde sicurezza, e nei cambi direzione repentini l’auto segue fedelmente la traiettoria impostata: l’Esp deve intervenire raramente. Alle andature autostrdaali si apprezza la bassa rumorosità (in sesta a 130 km/h il 2.2 lavora a soli 2200 giri) e, stando a quanto indicato dal computer di bordo, i consumi sono bassi: a fine test, dopo 50 chilometri percorsi tra strade urbane e statali, indicava una media di circa 18 chilometri con un litro (un buon valore, anche se lontano dai quasi 26 km/litro dichiarati).
Secondo noi
Pregi
> Guida. Brillante il motore, preciso lo sterzo e sportivo l’assetto: il divertimento è garantito.
> Plancia. Ha forme accattivanti e dà una sensazione di qualità e… prestigio”.
> Tecnologia. Non mancano dispositivi evoluti di assistenza alla guida.
Difetti
> Accessibilità posteriore. Il profilo delle porte scende parecchio verso il posteriore: attenzione alla testa!
> Cilindrata. Ci vorrebbe un turbodiesel più piccolo. Questione di tempo, dicono gli ingegneri.
> Dettagli. Le plastiche della consolle non sono all’altezza delle finiture della plancia e nessun vano portaoggetti e climatizzato. E solo l’alzavetro del guidatore ha la salita e la discesa automatiche.