UNA CINESE IN SPAGNA - Si affievoliscono le speranze di portare la Chery a produrre in Italia. Il marchio cinese, pronto a sbarcare nel mercato europeo prima con la Omoda 5 e poi con la Jaecoo 7 (qui per saperne di più), sembra aver trovato un accordo per realizzare il suo primo sito produttivo europeo in Spagna. Lo ha annunciato ieri il ministero dell’industria spagnolo, che si è detto fiducioso per una chiusura formale dell’accordo nei prossimi giorni. L’area scelta è quella nei pressi di Barcellona, nell’ex stabilimento della Nissan, che la casa giapponese ha chiuso nel 2021. Il nuovo impianto permetterebbe di recuperare almeno una parte dei 1.600 posti di lavoro persi a causa della chiusura.
POCHI RISCONTRI - Un mese fa il governo italiano aveva puntato proprio sul colosso cinese Chery per rimpolpare la produzione si automobili nel nostro paese, che al momento può contare unicamente sull’apporto di Stellantis (ne avevamo scritto qui). All’orizzonte della trattativa c’era però l’ipotesi spagnola, che a questo punto sembra aver avuto la meglio. Alcune fonti sostengono che la Chery sia rimasta in contatto con le autorità italiane, ma di contro abbia ricevuto pochi riscontri concreti: di qui la scelta di affondare con l’opzione di Barcellona. Al momento non si sa se la Spagna abbia promesso aiuti pubblici alla Chery, ma il paese iberico aprirà nel corso dell’anno due gare d’appalto per chiedere un totale di 1,7 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per la produzione di veicoli elettrici nell’ambito del progetto PERTE, l’equivalente spagnolo del PNRR.
LE SPERANZE ITALIANE - Dopo la BYD, che aveva scelto l’Ungheria per la sua produzione europea, e la Chery, si assottigliano quindi le possibilità di attirare in Italia un nuovo costruttore. Restano aperte le ipotesi Great Wall e Saic Motors, che con la MG avrebbe intenzione di aprire uno stabilimento produttivo nel Vecchio Continente. Più defilata la Tesla, che in Europa costruisce già le sue vetture nella Gigafactrory di Grünheide, nei pressi di Berlino: nei mesi scorsi si parlava della volontà di aprire un nuovo sito, ma i dubbi sul nuovo modello entry level del marchio potrebbero aver stravolto i piani della casa americana.