INVERSIONE A “U” - Nei prossimi tre anni i gruppi Renault, Volkswagen e General Motors potrebbero lanciare modelli piccoli con motori di cilindrata maggiore di quelle impiegate negli ultimi anni. Ciò in netto contrasto con quanto fatto di recente, in cui l’inseguimento dei limiti sempre più severi delle emissioni ha indotto i progettisti a realizzare propulsori di dimensioni via via più contenute. A sostenerlo sono indiscrezioni provenienti dall’interno delle case costruttrici raccolte dal periodico Automotive News Europe.
TEST STRADALI DETERMINANTI - In sostanza, all’origine del fenomeno c’è lo scandalo Dieselgate. In seguito alla vicenda dei motori diesel irregolari della Volkswagen, si è resa evidente la necessità di cambiare il metodo di stabilire consumi ed emissioni delle auto in sede di omolagazione. Il cambiamento principale sarà lo svolgimento su strada dei test, e non più in laboratorio sui rulli. E come testimoniato dalle numerose prove compiute da enti indipendenti in questi ultimi mesi, in tali condizioni i vantaggi dei motori piccoli e sovralimentati scompaiono, lasciando irrisolti i problemi delle emissioni superiori agli standard di legge. Nelle sue linee generali la cosa è stata confermata dal responsabile motori dell’Alleanza Renault-Nissan: “I metodi usati finora per ridurre consumi ed emissioni inquinanti non sono più praticabili con i nuovi test di rilevamento degli scarichi”. E la cosa in effetti sarebbe testimoniata dai programmi di alcune case costruttrici.
I PROGRAMMI - La Renault starebbe progettando di aumentare del 10% la cilindrata del suo motore 1.6 diesel R9M, a suo tempo lanciato in sostituzione del propulsore 1.9, mentre un intervento analogo potrebbe essere preso per il piccolo motore a benzina di 900 cc H4Bt, per il cui raffreddamento prevede l’iniezione di benzina in eccesso, che evidentemente produce gas inquinanti. Cambiamenti analoghi ha in cantiere la General Motors che non dovrebbe sostituire il motore turbodiesel 1.3 attuale: nel 2019 si prevede che arriverà una nuova unità con cilindrata maggiore del 25-30%. La Volkswagen dal canto suo per la Polo andrà a sostituire il suo turbodiesel 1.4 con un propulsore 1.6.
DESTINO IBRIDO - In molti prevedono che questa nuova situazione porterà a un’accelerazione nello sviluppo e nella diffusione dei propulsori ibridi con batterie ricaricabili, arrivando a sostenere che la prossima tappa del fenomeno di downsizing (la riduzione delle cilindrate) in realtà sarà appunto l’adozione di motori elettrici come supporto dell’unità termica. In attesa della completa "elettrificazione".