03
2025
marzo 2025
Editoriale pubblicato su alVolante di

Ci raccontano sempre più storie. Vi va bene?

A NOI NO IL NUOVO CODICE DELLA STRADA, in vigore dallo scorso 14 dicembre, prevede molte novità; torniamo a parlarne a pagina 98, ma qui vogliamo spendere due parole sulle piccole “lezioni” di comunicazione che ne sono conseguite. Forse a voi no, ma a tanti di noi è capitato che il Codice venisse tirato in ballo durante le feste di fine anno: parenti e amici rifiutavano quel dito di vino in più, nel timore di finire in galera dopo il controllo di una volante sulla strada verso casa. Perché uno dei messaggi che è passato, frutto di una comunicazione sempre più frettolosa e sensazionalistica, è quello di una micidiale stretta sugli alcolici, tanto che i ristoratori lamentano un crollo delle richieste.

IN REALTÀ le regole in proposito non cambiano, se non per i neopatentati (lo status di novellini, durante il quale resta sempre vietato bere prima di guidare, dura tre anni invece di uno) e per l’introduzione dell’alcolock, che impedisce l’avvio dell’auto se l’alcolemia non è “zero”. Questo dispositivo, però, dovrà essere installato solo da chi prima è stato trovato alla guida in stato di ebbrezza (non basta un bicchierino...) e comunque mancano le norme attuative: in pratica, per ora (e vedremo fino a quando), l’alcolock resta sulla carta.

UN’ALTRA COMUNICAZIONE che “non ha comunicato”, consapevolmente o meno valutate voi, è stata quella del “papà” del nuovo codice della strada, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini. Per celebrare la bontà della sua creatura, ha citato il numero dei morti per incidente dopo le prime due settimane dall’introduzione: 50, invece dei 67 dello stesso periodo di un anno prima. Bene! Peccato che avesse considerato solo i numeri forniti da Carabinieri e Stradale, dimenticando quelli rilevati dalle Polizie Municipali. Purtroppo, i decessi non sono calati. E comunque, prendere in esame i dati di due settimane è poco, pochissimo: gli esperti di statistica inorridirebbero. Non che l’altra parte politica si salvi del tutto: negli stessi giorni, il comune di Bologna (che ha introdotto il limite dei 30 km/h in tutta la città) ha vantato un calo netto negli incidenti e nei morti e il successo di auto e bici “condivise”. A essere corretti, però, andrebbe ricordato che nell’ultimo anno la città è stata un cantiere a cielo aperto: spesso si è bloccati in coda, altro che 30 km/h! Insomma, ognuno tira acqua al suo mulino, e in questo non c’è nulla di nuovo. Ma serve sempre di più qualcuno che vada un po’ a fondo sulle questioni: è quanto ci proponiamo di fare ogni mese, nel nostro piccolo. Buona lettura!



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