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2024
dicembre 2024
Editoriale pubblicato su alVolante di

Quelle code inspiegabili e l’“effetto farfalla”

L'ALTRA MATTINA, di buon’ora, stavo percorrendo una strada a tre corsie per raggiungere l’ufficio. La conosco da decenni e tempo fa è stata ammodernata, togliendo tutti gli incroci a raso con relativi semafori. Ebbene, provate a indovinare? Ero in coda, proprio come vent’anni fa, e non riuscivo a capire il perché. Via i semafori, un buon numero di persone al lavoro da casa, nessun cantiere (che fortuna!), eppure ero comunque incolonnato: 10 all’ora, 20 all’ora, stop. Ma perché? Poi, guardandomi attorno, ho scoperto delle luci filtrare dall’abitacolo di altre auto: c’era chi si guardava un film sul cellulare. Lì per lì, ho pensato: buona idea. A questa velocità, senza pedoni o ciclisti, non ci sono rischi, non creano problemi a nessuno. E almeno passano il tempo.  

NON È COSÌ. Aldilà del fatto che tre giorni dopo sono incappato in due tamponamenti nel giro di mezz’ora, sommando ritardo al ritardo, dovremmo ricordarci tutti che le code si autoalimentano. Una frenata brusca e immotivata o una partenza ritardata, conseguenza ovvia di chi guarda lo smartphone invece della strada, si ripercuotono, moltiplicandosi, sulla massa di veicoli che ci sono alle spalle, creando una sorta di enorme onda rallentatrice. Avete presente la teoria scientifica dell’”effetto farfalla”? In parole povere, può bastare una piccola azione (come il battito d’ali di un minuscolo animale) per causare, a grande distanza, un evento dall’impatto enormemente maggiore. Ecco, non è la stessa cosa, ma il risultato è simile: chi “inchioda” spaventa chi lo segue, che per riprendersi riparte in ritardo. La cosa si ripete infinite volte e in fondo alla fila ci sono io. Inchiodato.

IL NUOVO CODICE DELLA STRADA, che i più ottimisti danno in arrivo entro fine anno, dovrebbe inseverire le sanzioni per chi usa il cellulare mentre è alla guida. Servirà? Speriamo. E non solo per indurre chi è in coda a seguire il traffico invece dell’ultima puntata della propria serie preferita, ma anche per far capire che consultare Whatsapp mentre si va a 50 all’ora in città è il preludio a una catastrofe. 

DEL RESTO, se è vero che in Italia circolano tante auto troppo vecchie e in cattivo stato, è anche vero che ogni anno ne arrivano oltre un milione e mezzo nuove di zecca, che dovrebbero garantire un balzo in avanti in termini di sicurezza sulle strade. E allora, come mai il numero di incidenti non cala (+0,3% fra 2023 e 2024)? Ebbene, il pericolo pubblico numero uno, lo dicono le statistiche ufficiali, è la distrazione. Come volevasi dimostrare.

Davide Guglielmin



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