L’UOMO

Nato a Milano nel 1967, sposato, due figli, Luca de Meo ha una lunga esperienza nel mondo dell’automobile. Prima di diventare (il 1° novembre 2015) presidente della Seat, era da tre anni membro del board dell’Audi, con la responsabilità delle vendite e del marketing. Ha fatto parte, inoltre, dei consigli di amministrazione di Lamborghini, Ducati e Volkswagen Group Italia. Al quartier generale di Wolfsburg, De Meo arriva nel 2009 per dirigere il marketing del brand Volkswagen e in seguito di tutto il gruppo. Aveva iniziato alla Renault Italia, dopo la laurea in economia alla Bocconi, per poi passare in Toyota (e collaborare, tra l’altro, al lancio europeo della Yaris). Nel 2002 approda al gruppo Fiat: gli viene affidato prima il marketing e quindi la gestione del brand Lancia. Entrato nella rosa dei più stretti collaboratori di Marchionne, diventa amministratore delegato di Fiat Automobiles, Abarth e Alfa Romeo, e direttore del marketing del gruppo. A Torino ha seguito tutti i lanci più importanti, a cominciare da quello della 500 (evento mediatico di grande risonanza).

L'AZIENDA

La Seat fa parte del gruppo Volkswagen dal 1986. L’anno scorso ha messo a segno un fatturato di 8,4 miliardi di euro. Ha 14.500 dipendenti, distribuiti nella fabbrica di Martorell (a 30 chilometri da Barcellona) e in quelle, dedicate alla produzione di componenti, di El Prat e Zona Franca. Nei primi nove mesi del 2017 le vendite sono state di 354.900 unità, con una crescita del 13,4% sul pari periodo del 2016.

dicembre 2017
Intervista di Direttore pubblicata su alVolante di

Luca De Meo

Presidente Seat
All’Arona e all’Ateca affiancheremo presto una suv più grande. Il nome lo scelgono i clienti sul web

Su quali “argomenti” può contare l’Arona per distinguersi tra le tante crossover rivali?

A fare davvero la differenza è la rigidità strutturale e quindi la precisione di guida, il comfort e la qualità generale che, insieme alla disponibilità di spazio interno, derivano dalla piattaforma modulare MQB. Una base molto evoluta, sulla quale sono costruiti i modelli medi del gruppo Volkswagen e che, sia pure nell’edizione accorciata MQB A0, assegna all’Arona degli standard propri della categoria superiore. 

 

In fondo, è quanto già accaduto pochi mesi fa con l’Ibiza.

Sì. La prima automobile del gruppo realizzata su quella piattaforma è stata proprio la nostra utilitaria, per la quale valgono le stesse considerazioni. Il concetto, in fondo, non è tanto diverso da quello che vede gli smartphone più sofisticati utilizzare un sistema operativo, identico nelle prestazioni e nella grafica, per le varianti con lo schermo grande o piccolo. Sta poi al cliente scegliere. 

 

Ma allora perché comprare una Volkswagen o un’Audi, con le quali una Seat condivide tante parti pur costando meno?

Il rischio di farsi della concorrenza interna effettivamente esiste, ed è inevitabile con tanti marchi da gestire e un’infinità di modelli da produrre e da vendere. Comunque, quando prepariamo un progetto, calcoliamo l’impatto economico determinato dalla “cannibalizzazione” che quella nuova auto potrebbe innescare, all’interno del gruppo e della stessa marca. E il bilancio tiene conto anche di quanti clienti ci porterà “dall’esterno” il nuovo modello. 

 

E, nel caso specifico dell’Arona, come si profila questo bilancio? 

Molto positivamente. Sarà un’auto “di conquista”, in linea con il ruolo che la Seat deve svolgere nel portare nuovi clienti, possibilmente giovani, al gruppo Volkswagen. Clienti che, come per gli altri modelli della nostra marca, magari un giorno ci lasceranno per passare a un’Audi o a una Porsche. Ma questa è un’altra storia... Tornando all’Arona, è un tassello importante di un’offensiva di prodotto che, negli ultimi anni, ci ha visti arricchire parecchio l’offerta. Ormai, siamo in grado di rispondere al 75% delle possibili richieste dei consumatori in fatto di modelli, e nel 2018 ci allargheremo ancora con il lancio di una suv più grande dell’Ateca. Avrà sette posti e, per darle il nome, abbiamo indetto un concorso online. Presto ve lo comunicheremo.

 

Piattaforma a parte, perché un cliente dovrebbe scegliere un’Arona?

Il design è moderno, equilibrato, privo di drammatizzazioni stilistiche. I contenuti tecnici sono di alto livello per la categoria, in particolare i sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida. E i prezzi ci sembrano corretti, poiché per un’Arona equipaggiata a dovere possono bastare circa 20.000 euro. 

 

Dal 2010, le vendite in Europa delle crossover compatte sono aumentate del 700% e presto sfioreranno i due milioni di unità l’anno. Come mai i clienti se ne stanno innamorando?

Per l’immagine sportiva e poco convenzionale di queste auto. Perché sono sicure, spaziose e non troppo ingombranti. E perché chi sale a bordo di una crossover, poi non scende più. Con il loro successo, infatti, è aumentata l’altezza media del parco circolante, e in tanti dicono di non sentirsi più a proprio agio al volante di una vettura “normale”. 

 

Che clienti sono quelli che compreranno l’Arona? 

Puntiamo a un pubblico trasversale, con una forte componente femminile. Un cliente giovane ma non giovanissimo, perché queste non sono auto per ragazzini, semmai per coppie sotto i quarant’anni, spesso con uno o anche due figli piccoli.



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