“PERICOLO NASCOSTO” - Nel 2004, il titolare di un’impresa commerciale colloca cartelli pubblicitari in prossimità di un incrocio su una strada regionale del Piemonte, coprendo involontariamente il segnale di Stop. Un automobilista percorre quella strada con obbligo di dare la precedenza, ma all’incrocio non rallenta, impatta un’altra macchina e muore. I suoi familiari fanno causa: chiedono un indennizzo perché il segnale di Stop era “invisibile”. Dopo anni di battaglie legali, ad agosto 2011 la Cassazione dà ragione ai familiari (sentenza 31326): il tribunale competente dovrà riconsiderare il caso, perché le pubblicità “coprivano” lo Stop (fra l’altro, al momento del sinistro mortale, era già scaduta la concessione comunale per installare quei cartelli pubblicitari). Stando alla Cassazione, gli stessi titolari possono essere considerati responsabili del reato di omicidio colposo, e obbligati a rimborsare i familiari della vittima.
CAOS CARTELLONI - La sentenza è importante, considerando l’altissimo numero di cartelloni pubblicitari sparsi sulle nostre strade (un esempio nella foto in alto), spesso in modo disordinato. Ovviamente, in caso di sinistro, una perizia dovrà dimostrare che le pubblicità hanno ostacolato la visibilità dei segnali stradali: leggi qui per saperne di più. Possibile anche una corresponsabilità degli enti locali: non hanno controllato se i cartelli pubblicitari ostacolavano la visibilità dei segnali stradali.