Ciao a tutti. Poco tempo fa avevo messo un post riguardante la tragedia che capitò durante la 24 di Le Mans del 1955. Poco dopo mi sono ricordato che quest'anno ricorre anche il 30° anniversario della scomparsa di un pilota italiano di rally che si meritava decisamente di più rispetto ai reali risultati ottenuti. Sto parlando di Attilio Bettega, uno dei piloti di punta della Fiat e della Lancia nei rally mondiali e non di fine anni 70 fino alla metà degli anni 80 con le leggendarie e pericolose vetture del Gruppo B. La sua carriera, se si badassero solo le cifre, è costituita da 27 rally mondiali e solamente 6 piazzamenti a podio, con alcuni piazzamenti a punti vari. In realtà Bettega fu un grande pilota, una promessa mancata, un pilota molto veloce con uno stile di guida molto pulito ma veloce. Iniziò a correre nel 1972 con una Fiat 126 acquistata dalla sua famiglia, l'anno dopo è già campione del Triveneto. Nel 1977 vince il trofeo dedicato alle mitiche Autobianchi A112 ed il vincitore aveva il diritto di gareggiare nel Rally della Valle D'Aosta con la Lancia Stratos ufficiale. Bettega non si fa sfuggire l'occasione e arriva 2° dietro al pilota ufficiale Lancia del periodo, Sandro Munari, dandogli parecchio filo da torcere. Nel 1980 partecipa in veste di pilota ufficiale Fiat-Lancia in alcuni Rally mondiali e corre con la Fiat Ritmo, con la 131 Abarth e la Lancia Beta, cogliendo dei buoni piazzamenti. Bettega riuscì a stupire il Cesare Fiorio, direttore del reparto corse nei Rally per la Fiat che lo volle come pilota a tempo pieno a tutti gli effetti. Nel 1981 si dimostra molto veloce ma colleziona molti ritiri per problemi tecnici vari ma riesce a conquistare un primo, un secondo ed un terzo posto in quell'anno nei rally nazionali. Nel 1982 la Lancia ritorna ufficialmente nei rally e schiera la famosissima 037 e Bettega è uno dei piloti ufficiali del team italiano, purtroppo inizialmente non riesce a sviluppare bene la macchina e non riesce a spingerla come vorrebbe, nel Rally di Corsica dello stesso anno ha un bruttissimo incidente dove si ruppe entrambe le gambe. L'anno dopo il feeling con la macchina migliora sensibilmente e Bettega arriva al 4° posto assoluto nella classifica finale del Rally mondiale pur non partecipando a tutte le gare in programma. Nel 1984 gli occhi di tutti sono su di lui, debutta nel Mondiale Rally a tempo pieno e c'è chi scrive che sarà l'erede di Munari, la 037 è sviluppata al massimo grazie a lui e non delude affatto le aspettative: giunge 2° nel mondiale ad un passo dal titolo senza però vincere mai un Rally ma solamente grazie alla sua regolarità. Nel 1985 partecipa a due sole corse mondiali: il Rally del Safari ed il Rally di Corsica. In quest'ultimo incontrò il suo destino: in una curva veloce a destra da prendere in 4° marcia la sua Lancia allarga troppo e si schianta contro un albero a sinistra per poi capottare giù per la collina per qualche metro, Bettega muore sul colpo mentre il suo navigatore rimase illeso. Un pilota che se ne andato troppo presto, che aveva ancora molto da regalare agli appassionati, un pilota che si è distinto per la sua grande umiltà, la sua grande lealtà ed onestà, capace di essere veloce in qualsiasi situazione (storica la vittoria sul Col de Turini con la piccola Ritmo 75 nel 1980 al Montecarlo). Un pilota che a molti appassionati manca davvero tanto, un testimone dei tempi in cui i Rally erano degni di questo nome con le velocissime Gruppo B.