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Dentro l’auto connessa c’è un “bosco” di antenne

02 dicembre 2016

Nell’evoluzione dell’auto verso la connessione e la guida autonoma, un ruolo fondamentale verrà giocato dalle antenne: oggi sono già 15, ma in futuro…

Dentro l’auto connessa c’è un “bosco” di antenne

CENTRALE DI ASCOLTO - Nell’auto a guida autonoma, le antenne svolgeranno un ruolo importante, visto che sono davvero tanti i sistemi che, per funzionare, le richiedono: quelli per individuare gli ostacoli, o per ricevere informazioni sulla viabilità dalle “città intelligenti”, oppure anche per dialogare con altre vetture nelle vicinanze, che mappano il percorso. Segnali che viaggiano su tante bande diverse e che devono poter essere ricevuti “puliti” di interferenze, annullando disturbi e campi elettromagnetici intensi, come quelli generati da radio, tv e telefonici, che potrebbero sovraccaricare il ricevitore o produrre segnali “fantasma”. 

OGGI SONO 15 - Le nostre auto sono già dense di antenne e centraline elettroniche che smistano e ottimizzano i segnali ricevuti: sui modelli più costosi se ne possono contare fino a 15. Si va dai fili “annegati” nel parabrezza, ai sistemi nascosti all’interno dei retrovisori, senza dimenticare le centraline di controllo digitali dissimulate sotto il tetto della vettura per minimizzare le dimensioni dell’elemento “attivo” che capta il segnale, in quanto i costruttori chiedono di far quasi scomparire tutto quel che può compromettere estetica e aerodinamica.

ONDE SEMPRE PIÙ CORTE - Le prime antenne a “salire a bordo” sono state quelle della radio, inizialmente per la ricezione in modulazione d’ampiezza (cioè su onde medie, lunghe o corte, bande ormai in disuso in Italia, ma tuttora in funzione in alcuni paesi). Poi sono arrivate quelle per la modulazione di frequenza, evolutesi con sistemi multipli per eliminare le riflessioni del segnale; quindi quelle per vedere la tv (presenti, però, solo su alcuni dei modelli più costosi); infine, la radio digitale Dab e quella satellitare (nel Nord America). E poi, cellulari e navigatori: si è partiti dalla telefonia mobile (che, evolvendosi, ha aumentato il numero di bande sulle quali ricevere e trasmettere) e si è proseguito con il Gps, usato per dare la posizione a navigatori e sistemi di antifurto satellitari (che, a loro volta, impiegano antenne telefoniche per trasmettere gli allarmi). L’ultima evoluzione, oggi in fase avanzata di studio, prevede antenne dedicate al “dialogo” tra vetture, per lo scambio di informazioni su potenziali pericoli lungo la strada; oppure con le reti infrastrutturali, per ricevere, per esempio, aggiornamenti su modifiche alla viabilità.

ASSISTENZA E CONNESSIONI - Con l’auto connessa sono arrivate le antenne per il Wi-Fi (almeno una per ricevere le reti esterne, ed eventualmente altre per creare un hotspot a bordo). Senza dimenticare le comodità (la chiusura automatica a distanza della vettura o l’apertura dei cancelli telecomandati integrata a bordo) o l’assistenza alla guida, con i radar dei cruise control adattativi e i dispositivi per la frenata d’emergenza o per la visione notturna.

PARLANO (ANCHE) ITALIANO - Tra le aziende leader a livello mondiale, c’è un’eccellenza italiana: la Calearo Antenne di Isola Vicentina (VI), attiva dal 1957, la prima azienda italiana realizzare un’antenna telescopica con sollevamento e ripiegamento a movimento elettrico. Presente direttamente in cinque continenti, con fabbriche ultramoderne in Italia, Slovacchia, Tunisia e Cina, oltre che con partnership in Corea e in Corea, esporta il 90% della produzione. Il suo centro di ricerca (forte di oltre 50 tecnici) sviluppa sistemi, oggi installati da più di 20 case automobilistiche, e strutture speciali per progettare e testare nuovi prodotti e verificarli sui prototipi delle vetture prima della produzione e installazione di serie.



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Ritratto di Pellich
2 dicembre 2016 - 12:31
.. siamo sicuri che tutte queste antenne non siano deleterie alla lunga per gli occupanti???
Ritratto di Fr4ncesco
2 dicembre 2016 - 12:46
2
Infatti se non erro una commissione di ricerca europea sta valutando se tutta questa elettronica alla lunga può avere effetti dannosi sulla salute umana, idem per le vetture ibride e elettriche di cui preoccupa l'elettromagnetismo, soprattutto per chi porta pacemaker e altri dispositivi del genere.
Ritratto di marcoveneto
2 dicembre 2016 - 13:57
molto probabilmente si...ma non dimentichiamoci che abbiamo di solito il cellulare in tasca minimo 10 ore al giorno e pure quello ha un'antenna... e che sarà in futuro gestito tutto o quasi via wi fi...quindi anche per accendere la semplice lavatrice si userà un app ... ovvio che queste tecnologie arriveranno anche nelle auto... infatti ogni costruttore deve passare rigidi test di compatibilità elettromagnetica ...per quanto riguarda la salute...vedremo tra qualche anno gli effetti..
Ritratto di Fr4ncesco
2 dicembre 2016 - 14:47
2
Secondo me non è un caso se è aumentata a dismisura l'incidenza di tumori, con tutte le onde radio ed elettromagnetiche che ci sono. Gli effetti negativi già si vedono e per me sono più nocivi dei gas. D'altronde è l'altra faccia del progresso e tutto può essere rischioso.
Ritratto di marcoveneto
2 dicembre 2016 - 15:37
Concordo il problema è che le onde radio non si vedono non si sentono ma sono letali col tempo...e chiunque ne riceve gli influssi..
Ritratto di Claus90
4 dicembre 2016 - 18:53
Quante radiazioni ci sono in quel salotto.
Ritratto di caronte
20 dicembre 2016 - 17:48
Non so fino a che punto sono sicure queste auto e poi cosa succederebbe se una di quelle antenne si guastasse o impazzisse?

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