COME SESSANT'ANNI FA - Salto indietro nel tempo; grande festa per tutti, bambini inclusi; insuperabile parterre di vetture d'epoca. Il Goodwood Revival, che si tiene ogni anno nel sud dell'Inghilterra, è tutto questo. L'evento è infatti una fotocopia di quelli in programma sul circuito inglese negli Anni 50 e 60; identici il paddock, le tribune, la pista, e anche la gente. In molti accettano l’invito di vestirsi come facevano gli appassionati negli anni d'oro dell'automobilismo sportivo, e il colpo d'occhio è strabiliante: pare di vivere in diretta un filmato dell'epoca. Ma il Revival non è una noiosa passerella di gente agghindata in maniera eccentrica: è una manifestazione dove la sorpresa è dietro ogni angolo, e dove il tempo passa in fretta anche quando non si assiste alle gare. Infatti, una miriade di caffè, birrerie, chioschi, bancarelle, negozi, esposizioni, giostre e sale da ballo con musica dal vivo contornano il circuito; e tutti sono rigorosamente in stile. Ma un appassionato può passare delle ore anche solo girando per il parcheggio, dove si trovano modelli pregiati, rarissimi, o comunque evocativi (Mini, Citroen DS, Volkswagen Maggiolino…) mostrati con orgoglio dai proprietari.
LE PIÙ BELLE AUTO, SFRUTTATE AL MASSIMO - Tutto questo, però, è solo il contorno. Il piatto forte del Goodwood Revival è quanto avviene nei box (aperti al pubblico) e in pista: sul veloce e ondulato nastro d'asfalto circondato da prati, dal venerdì alla domenica le automobili e le motociclette che avevano gareggiato dal 1920 al 1966 tornano a dare vita a sfide infuocate. L'eccezionalità del Revival sta soprattutto qui: riesce a radunare una gran quantità di modelli, in un contorno evocativo e spettacolare, e garantisce competizioni combattute, con fior di piloti che non risparmiano né se stessi né il mezzo che guidano pur di arrivare davanti. Dove potete godervi alcune fra le più belle Ferrari di tutti i tempi, come le 250 SWB e GTO, guidate in “stile rally” e con il dodici cilindri spremuto al massimo che “canta” una sinfonia che i motori turbo di oggi si possono solo sognare? Pochi giorni fa, a Goodwood, mentre le ammiravamo abbiamo pensato con gratitudine alle doti dei piloti, che riescono a sfruttare macchine non certo “facili”, ma ancora di più al coraggio dei proprietari, che, invece di godersi in tranquille e brevi passeggiate modelli valutati decine di milioni di euro, hanno deciso di riportarle in pista, per fare quello per cui erano nate: correre.
NON SOLO INGHILTERRA - Un buon numero delle centinaia di vetture presenti era di produzione locale o statunitense; in patria, il Goodwood Revival è un evento così sentito che la britannica TVR ha deciso di presentare qui il modello che segna la sua rinascita, la Griffith (ne parliamo qui). Ciò detto, gli altri Paesi erano degnamente rappresentati. Proprio a partire dall’Italia, che quanto a belle macchine non è seconda a nessuno. Oltre alle Ferrari, presenti a decine, quest’anno al Revival è stato celebrato il sessantesimo anniversario dalla nascita della Fiat 500, con una parata di 150 esemplari di tutte le serie. Portate in gara sono state invece parecchie Maserati (nelle categorie Sport o Formula 1) e Alfa Romeo; tutte hanno dato spettacolo, ma le vetture del Biscione hanno anche portato a casa delle vittorie. Ha iniziato una 8C 2600 Monza nel Brooklands Trophy, per auto sportive prodotte prima del 1939, e poi, alla seconda gara delle Turismo, una rossa Giulietta TI del 1959. Sotto le forme da tranquilla berlina c’era un motore 1.6 bello “tosto”, con poco meno di 200 cavalli e che lanciava delle lunghe fiammate dallo scarico; tanto è bastato per vincere all’ultimo giro una manche combattutissima, recuperando la testa dopo essere scampata a una paurosa sbandata che l’ha portata sull’erba a oltre 150 km/h.
MERITA UNA VISITA - Ogni edizione del Goodwood Revival attira circa 150.000 spettatori, un numero che non cresce perché tanti sono i biglietti, che si possono acquistare solo via internet e che quest’anno erano andati esauriti già a metà agosto. Chi ama le auto di una volta e le preferisce belle pimpanti piuttosto che ferme in un museo, dovrebbe farci un pensiero. Gli aeroporti di Londra sono molto ben serviti (e con tante proposte low cost), ma l’ideale è di atterrare a Gatwick: da lì, con un’auto a noleggio, o anche col treno e poi una navetta, basta poco più di un’ora per raggiungere Goodwood, posizionata vicino alla piacevole cittadina di Chichester.