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All’Autodromo di Monza una mostra dedicata ad Ayrton Senna

16 febbraio 2016

L’Ultima Notte è il titolo dell’esposizione dedicata al campione brasiliano, in programma dal 17 febbraio al 26 luglio sulla pista brianzola.

All’Autodromo di Monza una mostra dedicata ad Ayrton Senna
TRA L’UOMO E IL MITO - Ayrton Senna. Un nome che, a distanza di oltre 20 anni dalla sua tragica morte, avvenuta alla curva Tamburello di Imola a maggio del 1994, rimane sempre impresso nella memoria di tifosi e appassionati di Formula 1. Il “tempio della velocità”, ovvero l’autodromo di Monza, ha voluto rendergli omaggio con una mostra in programma dal 17 febbraio al 26 luglio e intitolata “Ayrton Senna. L’ultima notte”. L’intento degli organizzatori è di mostrare al pubblico non soltanto il Senna pilota, ma anche e soprattutto l’uomo Ayrton, nei suoi aspetti più intimi e nelle sue fragilità. In occasione della presentazione alla stampa, Ivan Capelli (ex pilota di Formula 1 e attuale presidente dell’Aci Milano, che gestisce l’autodromo di Monza) ha svelato di aver trascorso un capodanno col pilota brasiliano, in occasione del quale ne ha scoperto le doti di “persona squisita e speciale”.
 
PARLANO LE IMMAGINI - L’esposizione si compone di un percorso fotografico di circa 150 fotografie di Ercole Colombo, arricchito dai testi di Giorgio Terruzzi. Visitare la Mostra vuole dire gettarsi in un percorso emozionale che ripercorre l’intera vita professionale e privata di Senna. La prima parte è ovviamente dedicata all’esordio del pilota brasiliano nei kart: le foto lo mostrano già con l’inseparabile casco con i colori del “suo” Brasile. E non manca neppure un documento originale unico: il contratto con la DAP, la casa costruttrice italiana con cui Senna disputò il mondiale tenutosi sulla pista di Parma nel 1981. Ci sono poi le foto di un imberbe e felice Ayrton Senna, al volante della Formula Ford, su cui “The Magic” iniziò a mostrare il suo innato talento. C’è poi l’esordio in Formula 1 con la Tolemann, e tanti bei sorpassi che hanno coronato la carriera del campione brasiliano.
 
I RAPPORTI UMANI - Un parte della mostra è dedicata poi alla famiglia: pilastro fondamentale della vita privata e professionale di Ayrton Senna. Le foto testimoniamo un legame molto forte che per il pilota è sempre stato fonte di serenità ma anche di acerbi contrasti. A proposito di contrasti, non mancano quelli con Alain Prost: dal primo confronto verbale tra i due piloti (Imola 1989), fino ai due incidenti che hanno visto coinvolti i due piloti e che hanno deciso due mondiali. Ma Senna era anche capace di amicizie all’interno del circus: quella più significativa e importante per il brasiliano è stata con Gerhard Berger. L’austriaco, autore di storici scherzi ai danni del brasiliano, è stato l’unico che è riuscito a mitigare il suo carattere introverso e introspettivo. E, infine, le foto degli amori di Ayrton con le tre donne più importanti della sua vita. 
 
L’EPILOGO - La parte finale della mostra su Ayrton Senna, la più toccante, riprende gli ultimi giorni del pilota brasiliano in quel terrificante weekend di Imola. Lo schianto dell’amico Rubens Barrichello nelle prove, che getta Senna in uno sconforto e in una preoccupazione ben visibili nel volto del pilota. Una maschera di tensione che non abbandonerà più il pilota anche durante l’ultima notte, trascorsa nella sua solita camera: la Suite 200 dell’Hotel Castello, di Castel San Pietro Terme. All’interno dell’esposizione non mancano cimeli appartenuti al pilota: dalle tute da gara dei tempi della McLaren e della Williams al casco autografato indossato dal pilota proprio con la sua ultima scuderia.
 
QUALCHE INDICAZIONE PRATICA - La mostra “Ayrton Senna. L’ultima notte” è visitabile dal mercoledì al venerdì (negli orari 10.00–13.00 e 14.00–18.00) e nei weekend dalle 10 alle 19.  Si trova nel museo della Velocità all’interno del circuito di Monza, raggiungibile in auto, o con gli autobus e i treni in arrivo a Monza. Il prezzo del biglietto intero è di 7 euro, mentre il ridotto costa 5 euro. Quest’ultimo è dedicato alle persone oltre i 65 anni e ai ragazzi da 13 a 18 anni, oltre che ai gruppi (da  15 a 30 persone). L’intento degli organizzatori è di far conoscere ai giovanissimi, che non hanno vissuto l’epoca del campione brasiliano la storia di questo grande uomo e pilota. Ma anche trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di cui Senna si è fatto portavoce, ovvero che dedizione e impegno sono il naturale completamento del talento.

 



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Ritratto di honda forever
16 febbraio 2016 - 19:39
Sicuramente il pilota più forte di tutti i tempi.Mi dispiace soltanto che il Signore,che gli a fatto dono di un talento cosi grande,non gli ha concesso il tempo per provare le altre gioie della vita.Ciao Ayrton.
Ritratto di bravehearth
16 febbraio 2016 - 20:25
Quoto in pieno. Ancora dopo quasi 22 anni mi commuove pensare alla sua scomparsa e alle sue gloriose imprese. Memorabili le sue gare sotto la pioggia. Altro rimpianto: non averlo avuto alla Ferrari. Ma quella è colpa di Prost!!!
Ritratto di luigi sanna
17 febbraio 2016 - 02:49
5
E che centra Prost, quando ha lasciato anzitempo, è rimasto fermo un'anno. Senna sarebbe voluto andare.... ma alla Williams, e x sue parole dal 92' (così facendo avrebbe vinto altri Mondiali, in serie). In ferrari "probabilmente" come disse "Luca, Luca" ci sarebbe andato nel 96', al posto di Schumi. Ma purtroppo non si realizzò....
Ritratto di luigi sanna
17 febbraio 2016 - 02:53
5
Un'Icona del 900', insieme al 23, Mohamed Alì e Diego Armando Maradona. Ancora oggi quando rivedo il tragico incidente, spero sempre di vederlo sganciarsi le cinture, e dare l'ok ai commissari..... ogni volta, Immortale! Ciao Ayrton!
Ritratto di Mattia Bertero
17 febbraio 2016 - 08:54
3
SENNA. Semplicemente il numero 1 della Formula 1 moderna. Aveva uno stile di guida molto pulito ma allo stesso tempo veloce, difficilmente sbagliava, aveva una grande forza mentale. Era il pilota perfetto. Ci manca un pilota così in Formula 1.
Ritratto di AyrtonTheMagic
17 febbraio 2016 - 11:37
1
Ci manchi. Ciao Leggenda
Ritratto di toto'lemoko
17 febbraio 2016 - 16:46
Era il 1994, hai lasciato tutti senza parole per diventare leggenda. E per diventare leggenda non basta essere grandi piloti. Ti raggiunse poco dopo Troisi nell'identico luogo.