NON ERAVAMO AL DEBUTTO, MA… - Poco meno di un anno fa, il nostro debutto in una gara del
Campionato Italiano Turismo Endurance (leggi
qui la news): eravamo a Vallelunga a bordo di una Peugeot RCZ R Cup. Nel weekend appena concluso abbiamo fatto il bis, questa volta con un’utilitaria preparata ad hoc (e chiamata non a caso Citroën C3 Max) dal team 2T Course & Reglage assieme alla Pro Car Motorsport di Pistoia. Nonostante non fossimo debuttanti, l’emozione era tanta, anche perché dovevamo giocarcela con piloti ben più esperti e vetture da oltre 300 cavalli: BMW M3, Seat Leon, giusto per citare le vincitrici delle ultime gare, oltre al “Cinquone” preparato da Romeo Ferraris. La “nostra” francesina, invece, di cavalli ne ha 250, anche se durante la stagione, che si concluderà a metà ottobre al Mugello, è già previsto un sostanziale incremento.
TEST DI GOMME - Nel corso del campionato saranno diversi i giornalisti ad alternarsi al volante della
Citroën C3 Max, e ogni gara sarà oggetto di un esercizio di messa a punto delle varie aree di intervento (aerodinamica, sospensioni, peso…). Il nostro compito per questo weekend è stato, oltre a fare del nostro meglio in pista, sperimentare diverse soluzioni per i pneumatici (della Avon): abbiamo cambiato più combinazioni nel corso delle prove del venerdi, con soluzioni anche differenziate (gomme più larghe davanti, di 240/40 R 18, e strette dietro, di 225/40 R 18). Anche questo ha reso interessante l’esperienza: un pilota deve saper cogliere le differenze nella messa a punto della vettura, in modo da poter interagire attivamente con i meccanici. Alla fine l’equilibrio migliore lo abbiamo trovato con le quattro gomme da 240 mm di larghezza, soluzione che abbiamo adottato per entrambe le gare.
UN VENERDÌ… DI PASSIONE - Le prove libere del venerdì sono servite giusto a prendere un po’ di confidenza con la
Citroën C3 Max (leggi
qui per saperne di più sulla vettura) e con la pista. La piccola francese scatta rabbiosa e l’abitacolo, spogliato di tutto il superfluo, fa risuonare il rombo del 1.6 turbo (derivato da quello di serie per altri modelli del gruppo PSA Peugeot Citroën). Velocissimo il cambio elettroattuato e davvero potenti i freni, per i quali bisogna premere il pedale con molta forza (ci vuole un po’ a impararlo), ma con la sensibilità di non arrivare a far bloccare le ruote. Alla fine delle prove libere il nostro tempo sul giro è di 2’07”960, mentre il cronometro si è fermato su 2’02”450 per il nostro (più esperto) compagno di squadra Lorenzo Facchinetti, che ha dato del filo da torcere anche a piloti smaliziati. Giusto il tempo di esaminare i dati della telemetria con il team manager Massimo Arduini e con gli ingegneri, che è già ora di infilarsi di nuovo tuta e casco e di gettarsi nelle qualifiche. A noi tocca il secondo turno: vuol dire che il nostro compagno di gara Lorenzo prenderà il via nella prima manche di sabato e ci cederà il volante dopo circa 20 minuti. A noi, invece, resterà l’onore della partenza nel secondo round di domenica. Col sole ormai basso sull’orizzonte (sono le sette di sera), fermiamo il cronometro su 2’04”703: ci vale il decimo posto sulla griglia di partenza. È andata (ovviamente) meglio a Lorenzo, che con il suo 2’01”687 partirà ottavo. Ma non è tanto la classifica generale a interessarci, visto che nel CITE le auto sono distribuite in due divisioni (in base alla cilindrata): noi dobbiamo tenere sotto controllo i rivali della seconda. E la possibilità di far bene con la Citroën C3 Max c’è…
SABATO: GARA UNO - Il lavoro del giorno precedente ha permesso di mettere bene a punto la macchina, ma un piccolo ritocco all’assetto è indispensabile in vista della gara. Il (caldissimo) pomeriggio trascorre lento: ripassiamo mentalmente le curve del tortuoso circuito di Imola e i consigli di capo squadra e ingegneri, ma l’ansia di mettersi al volante della Citroën C3 Max è tanta... Finalmente, alle 17.20, la partenza lanciata della prima gara: Lorenzo, partito ottavo, scavalca subito una BMW, quella di Massimo Zanin. I giri e i minuti passano carichi di emozioni, e a circa metà gara viene il nostro turno. Cambio pilota senza affanno (l’auto deve stare ferma obbligatoriamente almeno 60 secondi), e pronti per il via. Siamo in sesta posizione (e secondi nella nostra divisione): tra poco ci toccherà essere doppiati dalle vetture più veloci, che ci passano come treni nelle staccate. Spingiamo subito al massimo per sfruttare quel che resta delle gomme. Il grip è ancora buono e le frenate sono potenti, ma a farci più paura è quella che porta alla curva della Rivazza: è alla fine di una discesa e la via di fuga è in ghiaia (chi ci finisce, ha finito anche la sua gara). Dopo qualche giro ci scavalca una BMW, quella dei Fumagalli (Alberto, il papà, alla guida in quel momento, e Riccardo, il figlio): è nella nostra stessa divisione e ci “soffia” il secondo posto. Il giorno precedente, nelle qualifiche, giravamo in tempi molto simili, quindi avremmo la possibilità di rimontarlo, ma a fine gara l’auto è più impegnativa da guidare (le gomme tengono meno) e la stanchezza si fa sentire… Alla fine chiudiamo in settima posizione assoluta e terzi nella nostra divisione: ottimo! Leader della gara, invece, è Valentina Albanese, al volante della Seat Leon.
DOMENICA: GARA DUE - In un orario quasi da Gran Premio di Formula 1, alle 13.00 di domenica prende il via la seconda manche. Stavolta tocca a noi gestire la bagarre iniziale. La nostra decima posizione non ci dà grosse ambizioni in classifica generale, ma a preoccuparci è la presenza di piloti molto esperti che sono alle nostre spalle solo perché la loro vettura ha meno cavalli. È il caso di Andrea Bertolini (quattro volte campione del mondo con la Maserati MC12): la sua Abarth 695 Assetto Corse Endurance gli ha permesso di ottenere l’undicesimo tempo, a un secondo e mezzo dalla nostra Citroën C3 Max. Nonostante una buona partenza, le nostre paure diventano realtà alla prima frenata, quella che porta alla variante del Tamburello: Andrea frena molto più tardi e ci supera facilmente. Ma da lì in poi gli siamo vicini per tutto il primo giro, e sul rettilineo di fronte ai box lo superiamo agevolmente. Siamo ancora alla staccata della curva del Tamburello e si ripete il copione della partenza: Bertolini ci sorpassa nuovamente, e noi ancora ci incolliamo ai suoi scarichi dovendo a tratti togliere un po’ di gas per non toccarlo. Dobbiamo passarlo, e farlo in fretta per sfruttare l’ottimo grip delle nuove gomme nei giri successivi. Lo facciamo ancora sul rettilineo, e per non farci ripassare in frenata ritardiamo al massimo la staccata...
L’ERRORE È IN AGGUATO - Entrando troppo veloci nella variante del Tamburello siamo costretti a salire parecchio sui cordoli, sbilanciando la nostra Citroën C3 Max al punto da farla quasi partire in testacoda. Finiamo nella ghiaia e dobbiamo attendere di essere trainati in un punto da cui poter ripartire (nel frattempo il nostro pensiero va alla gara ormai compromessa…). Perdiamo due giri, e dobbiamo anche fare una sosta ai box per controllare di non aver fatto danni. Dopo l’ok dei meccanici riprendiamo, ma ben presto un’altra vettura (la BMW M3 di Valli e Montalbano) esce di pista e va a sbattere. Per consentire di rimuovere la vettura, entra la safety car per diversi giri e questo ovviamente ci penalizza, perché le posizioni vengono congelate. Quando la pista è di nuovo libera ci restano solo un paio di giri prima di cedere la Citroën C3 Max al nostro compagno di squadra. Toccherà a lui portarla al traguardo, dopo un’ottima serie di giri velocissimi. Guardando il podio della nostra divisione il rammarico è tanto: Filippo Maria Zanin (su BMW 320i) è primo, nonostante i 35 secondi di penalità per una sosta ai box troppo veloce, davanti a Bertolini e a un’altra BMW, quella della coppia Fumagalli. Nella graduatoria assoluta, invece, ha svettato il Cinquone di Romeo Ferraris (guidato dal figlio Mario e da un pilota di esperienza come Matteo Milani). Una bella soddisfazione anche per i meccanici, andati a dormire alle quattro di notte per cambiare il motore che si era rotto a metà della prima gara…