UN VERO PERICOLO - Secondo stime dell’Istat, in Italia nel 2014 ci sono stati 1.479 incidenti stradali causati dalle condizioni pessime delle strade. A parte gli incidenti, qualsiasi automobilista ha ben presente la situazione della rete stradale italiana, appunto ricca di buche, crepe, cedimenti e quant’altro. Le cause delle buche possono essere diverse - da quelle meteo alla natura degli strati sottostanti l’asfalto, dall’usura dovuta al grande traffico (specie pesante) alla realizzazione dei lavori in modi inadeguati, con materiali scadenti - ma è certo che il rapido peggioramento avvenuto negli ultimi anni è conseguenza della poca manutenzione, per carenza (o totale assenza…) di fondi da parte delle amministrazioni locali competenti per la rete viaria.
PROBLEMA GLOBALE - Il problema non è solo italiano, ovviamente. Notizie di pessime condizioni delle strade giungono da un po’ ovunque, e il problema è discusso nelle sedi più diverse. Ne è una testimonianza un argomentato articolo pubblicato nei giorni scorsi dal settimanale inglese The Economist. Il periodico britannico parte appunto dall’ampiezza del problema citando alcuni dati significativi. Per esempio, quello secondo cui nell’ultimo quinquennio almeno 14 milioni di automobilisti statunitensi avrebbero subito danni al loro automezzo a causa delle buche stradali (fonte American Automobile Association). Ancora: in India le statistiche devono registrare circa tremila morti all’anno per incidenti provocati dalle condizioni del fondo stradale.
PANORAMICA SCIENTIFICA - Fatta la “fotografia” del problema e della necessità di trovare una soluzione che non sia un palliativo, l’Economist cita una serie di ricerche e sperimentazioni che mirano a individuare nuove procedure per l’asfaltatura capaci di eliminare il problema. Tra i casi citati c’è quello dei ricercatori statunitensi della Università del Minnesota, che stanno sperimentando un asfalto particolare, caratterizzato dalla presenza di magnetite ) ossido di ferro). La presenza della magnetite (che è magnetica) è facile scaldare l’asfalto e ottenere così l’impasto migliore , cioè resistente e drenante senza causare fratture nel manto stradale.
RICERCA DEL CALDO - C’è poi il Politecnico di Zurigo, in Svizzera, che assieme all’Empa (un centro elvetico di ricerche sui materiali). Secondo gli studi del Politecnico zurighese, il riscaldamento dell’impasto di asfalto avviene mediante il campo magnetico. In questo caso le difficoltà sono legate alla necessità di creare una zona magnetica sulle strade, tramite la specifica sua posa in opera. C’è infine un altro tentativo, basato sul contributo degli stessi automezzi circolante. In pratica attraverso di essi (tramite una opportuna attrezzatura) si dovrebbe arrivare a un aggiornamento continuo delle strade, così da poter far intervenire - automaticamente - un sistema di riparazione, addirittura automatizzato.