E POI UN ALTRO STOP - A metà settembre si era saputo che le maestranze di Mirafiori che assemblano la suv Maserati Levante avrebbero dovuto fare una settimana di cassa integrazione dal 16 al 20 ottobre. La cosa aveva fatto un certo scalpore ma si sperava che fosse una parentesi di messa a punto della produzione in funzione dei ritmi di vendita dei mercati. Purtroppo invece a dieci giorni dall’inizio di quel primo periodo di “cassa” si è dovuto registrare un secondo annuncio dello stesso tenore: i lavoratori che a Mirafiori lavorano alla produzione della suv Maserati, dovranno fermarsi anche dal 30 ottobre al 4 novembre 2017. A essere interessati sono i 1.640 lavoratori del reparto Carrozzerie e i 600 delle Presse. Ciò mentre altri 2.100 addetti dello stabilimento torinese sono in regime di “solidarietà” (un ammortizzatore sociale che è a Mirafiori potrà durare ancora meno di un anno).
INCERTEZZE IN CINA - La FCA ha motivato il periodo di cassa integrazione con le incertezze che i modelli di lusso stanno vivendo sul mercato cinese. Da parte dei sindacati ci sono state reazioni diverse. La Fiom-Cgil ha sottolineato l’incertezza della situazione, denunciando che “l’unica certezza è il fatto che la promessa della piena occupazione entro il 2018 negli stabilimenti italiani è una chimera”. Da parte della Fim-Cisl fa “sollecitato l’azienda a dare prospettive più stabili a Mirafiori, con strategie adeguate e assegnando all’impianto modelli che garantiscano continuità” aggiungendo che la FCA ha previsto la fine delle criticità provenienti dalla Cina entro la fine dell’anno.