CINQUE ANNI DI RITARDO - Come vi abbiamo preannunciato (leggi qui la news), è stato appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il regolamento che dà il via al sistema nazionale di gestione e monitoraggio dei pneumatici fuori uso. Una norma che però arriva con cinque anni di ritardo, visto che il codice ambientale del 2006 (decreto 152) ne suggeriva l’emanazione dopo pochi mesi. Dai primi di settembre 2011 (la data verrà fissata a breve), chi comprerà pneumatici nuovi da un gommista pagherà un contributo all’Ecopneus per il loro futuro recupero: questa società senza scopo di lucro (creata dai principali produttori di pneumatici) si occupa del rintracciamento, della raccolta, del trattamento e della destinazione finale dei pneumatici fuori uso. L’ammontare del contributo verrà fissato a giorni dal ministero dell’Ambiente: probabilmente, 3-4 euro a gomma.
OBIETTIVO AMBIENTE - Il contributo sarà riportato nella fattura o nello scontrino fiscale in un’apposita riga. “Una norma a favore dell’automobilista”, ci spiega Giovanni Corbetta, direttore generale dell’Ecopneus. “Già oggi, il cittadino paga spesso un contributo al gommista per coprire le proprie spese di smaltimento del pneumatico vecchio. L’esborso che non emerge in fattura. Con il contributo stabilito per decreto, invece, il cittadino sa quanto spende e dove vanno i soldi”. Il denaro servirà a sostenere un sistema di recupero complesso: l’Ecopneus ritirerà gratuitamente i pneumatici fuori uso presso oltre 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale. Poi li invierà agli impianti di trattamento o di valorizzazione. Il percorso della gomma verrà tracciato e monitorato dall’Ecopneus, per controllare che il recupero avvenga correttamente. Promuovendo anche la ricerca e lo sviluppo delle applicazioni dei materiali derivati dai pneumatici fuori uso, preparandoli per il successivo recupero energetico o di materiale.
ALTRA NOVITÀ - Il decreto prevede un secondo contributo (c’è incertezza sull’ammontare, che verrà fissato a giorni dal ministero dell’Ambiente): dai primi di ottobre 2011, chi comprerà un’auto nuova verserà al venditore l’ecocontributo, che confluirà in un fondo gestito dall’Automobile club italiano. Verrà utilizzato per la raccolta e la gestione dei pneumatici derivanti dalla demolizione dei veicoli. Dopodiché, sarà l’Ecopneus che provvederà al loro recupero.
ITALIA ULTIMA - In Europa, il nostro paese è arrivato ultimo nella regolamentazione e trattamento dei pneumatici fuori uso. Ogni anno, in Italia, muoiono 380.000 tonnellate di pneumatici, risultanti dalla sostituzione di quelli sui veicoli in circolazione: 100.000 si perdono nel nulla, in discariche abusive. E le ecomafie hanno creato attorno allo smaltimento delle gomme un business calcolato in due miliardi di euro in cinque anni. A danno dell’ambiente (gravi rischi nel caso di un incendio incontrollato), dello Stato (che perde l’Iva, per 140 milioni di euro l’anno) e delle aziende preposte a smaltire correttamente i pneumatici.