LINEE PULITE - L’arrivo del motore V8 sulla DB11 è la prima delle tante novità che l’Aston Martin ha in cantiere fino al 2023, complice la ritrovata stabilità a livello economico e l’accordo di natura tecnica con la Mercedes-AMG. Il modello più estremo fra quelli a cui l’azienda sta lavorando è l'Aston Martin Valkyrie, hypercar attesa nel 2019, che oggi viene svelata nella sua forma definitiva. Dietro alla Valkyrie c’è lo zampino di Adrian Newey, geniale progettista della Red Bull, che ha voluto realizzare una vera e propria Formula 1 adattata alla strada. La collaborazione di Newey e della Red Bull con l’Aston Martin ha portato ad una carrozzeria con un’aerodinamica mai vista su una vettura di serie. Non ci sono vistosi alettoni, come invece accade sulle monoposto della scuderia anglo-austriaca, ma i flussi dell’aria sembrano avere scavato le forme della vettura per asservirle al supremo scopo della velocità, ma sopratutto dell’aderenza all’asfalto generata dall'effetto suolo. Gli uomini dell’Aston Martin hanno ovviato alla mancanza delle appendici predisponendo due grossi condotti sul fondo (piatto) dell’auto, che incanalano l’aria e la trasferiscono dal muso alla coda, dove troviamo un enorme estrattore, creando una forza che la schiaccia a terra per ottenere una tenuta di strada altrimenti impossibile. In questo modo, per merito del fenomeno noto come effetto Venturi, l’Aston Martin Valkyrie subisce una pressione verso l’asfalto che consente di percorrere le curve a velocità superiore.
A PORTATA DI MANO - Dalle Formula 1 l'Aston Martin Valkyrie riprende anche l’abitacolo, al quale si accede attraverso due striminzite aperture lasciate libere dalle portire che che si aprono verso l’alto ad ali di gabbiano. Il guidatore, meglio se dal fisico aitante, si deve calare letteralmente nell’abitacolo proprio come avviene nelle monoposto da corsa. Una volta seduto, in quello che appare come un abitacolo dalle dimensioni piuttosto ridotte, il guidatore si trova in un ambiente dal minimalismo assoluto. Anche i sedili, fissati alla monoscocca di carbonio, hanno una disposizione insolita: i passeggeri siedono con le gambe rialzate e il bacino inclinato a causa del muso della vettura rialzato per ragioni aerodinamiche. I due sedili nell’abitacolo dell'Aston Martin Valkyrie sono fasciati da cinture a quattro punti d’ancoraggio (a richiesta quelle a sei punti) e vengono montati direttamente al telaio. Al posto degli specchi retrovisori ci sono schermi digitali, la strumentazione ha le sembianze di un piccolo monitor Oled e il volante appare identico a quello di un’auto per le gare, non soltanto perché amovibile ma perché raggruppa tutti i comandi. La terza luce di stop richiama anch’essa una monoposto e ha dimensioni molto contenute (9,5 mm in altezza e 5,5 mm in larghezza), al pari del logo sul cofano anteriore: è un foglio d’allumino spesso meno di un capello umano. I fari anteriori pesano il 30-40% in meno rispetto a quelli convenzionali, per via della struttura in alluminio.
UN V12 ASPIRATO - Fin qui quello che sappiamo. Ciò che l'Aston Martin non ha diffuso oggi sono le caratteristiche del motore e della meccanica della Valkyrie. Stando alle indiscrezioni il propulsore dovrebbe essere un potente 6.5 V12 aspirato con più di 900 CV preparato dalla Cosworth, scelto al posto di un sovralimentato per la migliore risposta ai comandi dell'acceleratore, abbinato ad un motore elettrico per ottenere oltre 1.000 CV complessivi. Le prestazioni dell'Aston Martin Valkyrie si annunciamo "mostruose" con uno scatto da 0 a 320 km/h in soli 10 secondi e un tempo di soli 15 secondi circa per effettuare lo 0-200-0 km/h. Sempre secondo le indiscrezioni il prezzo finale della Valkyrie dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,7 milioni di euro.