LE ASSOCIAZIONI SI FANNO SENTIRE - Il nuovo governo presieduto da Mario Monti (nella foto) non ha ancora ottenuto la fiducia dei due rami del Parlamento che già l’industria dell’auto comincia il pressing: abbassate le tasse. “Chiediamo di togliere l’acceleratore dalle accise sulle benzine e di annullare l’aumento dell’Ipt”, spiega Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che ricorda come il settore dell’automobile pesi per il 12% sul prodotto interno lordo, occupando oltre un milione di persone con l’indotto. “Numeri che impongono rispetto e attenzione”, rimarca il numero uno della Federazione italiana dei concessionari. Gli fa eco l’Anfia: “Ci auguriamo che la nostra filiera sia riconosciuta come un player fondamentale per la crescita dell’economia, anziché soltanto come il bancomat dell’Erario”, è l’auspicio di Guido Rossignoli, direttore generale dell’Associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica. “Auspichiamo, inoltre, la riapertura dei numerosi tavoli fissati con il governo negli ultimi anni, ma troppo spesso disattesi, nonché una maggiore attenzione da parte del governo stesso alle grandi sfide globali che coinvolgono il nostro comparto”. Rincara la dose l’Unrae: “Il mondo italiano dell’automotive, con il suo importante ruolo nella mobilità, attende con vivo interesse misure che – anche attraverso il supporto ai veicoli a basse emissioni e seguendo il principio di neutralità tecnologica – siano capaci di rilanciarne il peso che in un paese moderno compete a questo settore”, si legge nella nota diffusa dall’Unione delle case estere che operano in Italia.