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Carlos Ghosn in tribunale per difendersi

08 gennaio 2019

L’ex numero uno della Nissan ha parlato in udienza davanti al Giudice della corte distrettuale di Tokyo dopo l’arresto del 19 novembre.

Carlos Ghosn in tribunale per difendersi

TEMPI LUNGHI - Per la prima volta dal 19 novembre, quando venne fermato a Tokyo con l’accusa di frode, Carlos Ghosn (qui sopra in una foto di repertorio) ha avuto l’occasione di parlare di fronte ad una corte per raccontare la sua versione dei fatti. L’ex numero uno dell’alleanza Renault Nissan Mitsubishi ha respinto gli addebiti e definito ingiusta la detenzione, secondo quanto riporta Autonews, prima di smentire punto per punto le accuse che gli vengono mosse. Ghosn non verrà rimesso in libertà presto, stando a quanto dichiarato dal suo legale, perché il suo fermo sarà prorogato una seconda volta alla scadenza dell’11 gennaio e gli verrà negata la cauzione. Il processo non dovrebbe iniziare prima di sei mesi, quindi l’intera vicenda non si concluderà rapidamente.
 
RISCHIA UNA LUNGA PENA - Nel suo discorso Ghosn ha ricordato i progressi compiuti dalla Nissan, che sotto la sua guida (dopo l’accordo con la Renault del 1999) è passata in meno di vent’anni dall’orlo della bancarotta a “pilastro dell’economia giapponese”, complice l’aumento da 2,5 a 5,8 milioni di auto vendute fra il 1999 e il 2016. Il manager è entrato poi nel dettaglio delle accuse, che riguardano fatti separati: non aver dichiarato alle autorità guadagni per 43,5 milioni di dollari e una serie di illeciti fiscali, compreso l’utilizzo per fini propri di denaro della Nissan. L’accusa sulla mancata dichiarazione dei guadagni potrebbe costare al manager una condanna fino a dieci anni.

ACCUSE RESPINTE - Carlos Ghosn ha spiegato che i 43,5 milioni di dollari erano una somma in via di definizione, che avrebbe ricevuto soltanto dopo il pensionamento, quindi a suo avviso non era ancora da dichiarare alle autorità. L’ex numero uno della Nissan ha spiegato inoltre di essersi servito del denaro dell’azienda per ripagare sfortunati investimenti personali, ma la somma è stata restituita per intero senza ammanchi per l’azienda. Ghosn ha giustificato inoltre il pagamento all’uomo d’affari saudita Khaled Al Juffali, spiegando che la somma è relativa ad attività lavorativa che Al Juffali avrebbe svolto per la Nissan in Medio Oriente, e non, come sostiene l’accusa per aver trovato a Ghosn la linea di credito per ripianare le perdite dai suddetti investimenti personali.



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