UOMO DA CORSA - Molti non ne conoscevano il nome. Ancora di più erano quelli che pur conoscendo il nome non sapevano chi fosse e perché era frequente l’abbinamento con il marchio Ford. Eppure, l’altro giorno quando la famiglia ha reso nota la notizia della sua morte, avvenuta il 10 maggio, tutta la stampa mondiale che si occupa anche occasionalmente di automobili e soprattutto di sport motoristici, lo ha ricordato. Era Carrol Shelby, scomparso a Dallas all’età di 89 anni.
COW BOY DELLE PISTE - Era un personaggio, con la sua figura caratterizzata dal cappello da cowboy Stetson e dagli stivali campero. Ma se è divenuto un mito non è certo per questioni di look. Il suo nome è scritto nell’albo d’oro della 24 Ore di Le Mans. La vittoria nella classicissima di durata francese, ottenuta nel 1959 in coppia con l’inglese Roy Salvadori, su una Aston Martin DBR1, fu senz’altro il suo più importante successo come pilota.
La AC Cobra di Shelby.
DUE “MOSTRI” - La Mans è una gara leggendaria la cui vittoria fa entrare nell’olimpo degli uomini del motorsport, ma per Carrol Shelby la grande fama è venuto dopo quel trionfo. È venuta come preparatore di auto da corsa. Una vera e propria casa costruttrice con il suo nome non è mai esistita, ma partendo da modelli esistenti Shelby ha saputo creare autentici bolidi vincenti. Due i nomi che si fanno ricordare e fanno ricordare Shelby: la AC Cobra e la Ford Mustang Shelby.
La "mitica" Ford Mustang Shelby.
V8 FORD - La prima la realizzò nel 1962 partendo da una leggera (poco più di 1.300 kg) spider della inglese AC e installandovi un motore Ford V8 da 4.7 litri. Ne nacque un bolide che nelle sue versioni fu protagonista nelle gare per gran turismo. La seconda fu invece una elaborazione della coupé lanciata dalla Ford ai tempi e per volontà di Lee Jacocca. Di serie la Mustang era sì un’auto sportiva ma rimaneva pur sempre di facile uso e adatta a qualsiasi guidatore. Le Mustang di Shelby erano tutt’altra cosa, più imponenti nell’immagine ed enormemente più potenti nel motore.