L’arrivo dell’ottava generazione ha “spaccato” in due la comunità dei fans della Chevrolet Corvette: da una parte ci sono quelli contrari alla scelta del motore centrale, fedeli all’idea che la supercar americana debba averlo anteriore (come vuole la tradizione), mentre i favorevoli sono convinti che la nuova architettura possa possa portare la Corvette al livello delle rivali, ovvero Audi R8, Honda NSX e McLaren 540C. Qualunque sia la posizione di ciascuno, resta il fatto che la Chevrolet ha osato non poco con la nuova Corvette Stingray, perché oltre alla posizione del motore cambiano anche tante altre cose. Vediamo quali.
DESIGN - Gli stilisti della Chevrolet hanno dovuto fare “tabula rasa” al momento di disegnare la Corvette Stingray 2020, che ha poco in comune con il vecchio modello (lanciato nel 2014). Il cofano anteriore è sempre scolpito ed i rastremati fari “salgono” verso i passaruota, ma la parte anteriore è più corta: non c’è più il lungo cofano diventato un marchio di fabbrica delle Corvette. Nettamente diversa è anche la fiancata, meno levigata e con una vistosa apertura per il raffreddamento del motore, impreziosita da un profilo nero, che fa il paio con quelli per l’ala posteriore, gli specchietti e il “labbro” anteriore. Le maniglie apriporta sono nascoste alla vista e non più “incassate” nella carrozzeria. Il tetto della nuova Chevrolet Corvette è meno allungato verso il posteriore, dove si notano le prese d’aria e gli scarichi ai lati del fascione (prima erano al centro).
MOTORE - Il motore della Chevrolet Corvette Stingray 2020 è un V8 aspirato di 6.2 litri, che deriva dall’otto cilindri di 466 CV di cui era dotata la settima generazione. Il 6.2 era stato sviluppato appositamente per la Corvette C7 e aveva soluzioni per migliorarne l’efficienza, come l’iniezione diretta della benzina e il sistema per controllare l’apertura delle valvole. Con la C8 il suo nome interno è passato tuttavia da LT1 a LT2, a testimonianza delle migliorie introdotte, perché la Chevrolet ha rivisto la testata, aumentato il serbatoio dell’olio di raffreddamento e abbassato l’albero. La potenza è di 497 CV, ma raggiunge i 502 CV ordinando lo scarico ad alte prestazioni nel pacchetto Z51. Il motore è visibile dall’esterno attraverso il lunotto in vetro.
CAMBIO - La trasmissione della potenza alle ruote posteriori avviene attraverso ad un cambio robotizzato a doppia frizione con 8 rapporti, montato sull’asse posteriore per migliorare la ripartizione dei pesi. La prima marcia ha una rapportatura corta per favorire lo sprint, mentre la settima e ottava marcia sono lunghe per tenere bassi i giri del motore guidando a velocità costante (così migliorano le percorrenze). Il cambio ha le palette al volante per scegliere i rapporti manualmente. A differenza delle vecchie generazioni non c’è un selettore nel tunnel, perché i programmi di parcheggio, folle e utilizzo manuale si attivano tramite tre pulsanti. Non è più disponibile il cambio manuale.
TELAIO - Dove alla Chevrolet hanno lavorato maggiormente è nel telaio, in alluminio come per la vecchia generazione ma completamente riprogettato: il motore è centrale e la rigidità fa segnare un +10%, a vantaggio della precisione di guida e anche del comfort, perché le sospensioni (optional quelle a controllo elettronico) lavorano meglio. Il nuovo telaio ha consentito inoltre di sviluppare le versioni per i Paesi con la guida a destra, una novità assoluta per la Corvette, e realizzare due vani di carico: uno anteriore (ampio a sufficiente per un trolley da cabina aerea) e l’altro dietro, dov’è possibile stivare due sacche da golf o il tettuccio rimovibile (la carrozzeria della Chevrolet Corvette Stingary è targa).